VENEZUELA. Al voto tra tensioni e minacce

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Le frontiere venezuelane saranno chiuse a partire dalla mezzanotte del 26 luglio a darne notizia Nicolás Maduro, che ha annunciato: “le frontiere del Paese saranno chiuse a partire dalla mezzanotte del 26 luglio, in preparazione alle elezioni del 28”. La decisione è stata successivamente confermata dai Ministeri della Difesa e dell’Interno, che hanno stabilito anche il divieto di porto d’armi e il divieto di consumo di bevande alcoliche dalla stessa data fino alle 23:59 del 29 luglio.

Inoltre, saranno vietati la commercializzazione, la distribuzione e l’uso di oggetti pirotecnici, la circolazione di carichi pesanti e lo svolgimento di manifestazioni pubbliche, restrizioni consuete nei processi elettorali. Al potere dal 2013, Maduro è accusato dall’opposizione e da vari governi democratici di instaurare un regime autoritario in Venezuela, paese afflitto da una lunga crisi che ha già provocato milioni di rifugiati in tutto il mondo, soprattutto in America Latina, provocando centinaia di morti nelle proteste.

In questi giorni Maduro è sui palchi e piazze del Paese per la campagna elettorale e ha intensificato le minacce contro una possibile sconfitta alle elezioni presidenziali previste per domenica prossima, 28 luglio.

In una manifestazione a Maturín, la stessa città dove la leader dell’opposizione Maria Corina Machado era stata ricevuta poche ore prima da migliaia di venezuelani, Maduro ha affermato che le elezioni presidenziali sarebbero una scelta tra “pace o guerra”. In precedenza aveva minacciato i venezuelani dicendo che il Paese sarebbe precipitato in un “bagno di sangue” se la sua rielezione non fosse stata confermata alle urne.

“Il 28 luglio si deciderà il futuro del Venezuela per i prossimi 50 anni, se sarà un Venezuela di pace o un Venezuela convulso, violento e pieno di conflitti. Pace o guerra. […] La mia sconfitta sarà la fine dello stato sociale lasciato da Hugo Chávez e l’inizio di un Venezuela elitario, con il popolo escluso e tutto privatizzato!”

Nonostante i sondaggi commissionati dal governo e le analisi istituzionali che mostrano uno scarso sostegno ai voti di Maduro, lui insiste nel sostenere che “il popolo è con lui”, accusando l’opposizione di falsificare i numeri: “D’ora in poi, vogliono denunciare la frode. Conoscono la verità, la strada conosce la verità, la gente conosce la verità. Stiamo vincendo e vincendo. Lei [Corina Machado] lo sa, e gli stranieri lo sanno. Ma affermeranno il contrario perché sappiamo già come andrà a finire.”

La rivale di Maduro, Maria Corina Machada, anche lei in campagna elettorale denuncia che i veicoli che utilizzano per viaggiare sono stati vandalizzati all’interno dell’urbanizzazione di Lara dove hanno trascorso la notte. Hanno tagliato i tubi dei freni dei camion e li hanno verniciati con il messaggio “No + Blockages”. Hanno inoltre causato danni ai vetri, alle portiere e smontato il basamento del motore. Non solo, le autorità del regime venezuelano hanno arrestato il capo della sicurezza della leader dell’opposizione María Corina Machado, Milciades Ávila, mentre si trovava a casa sua, secondo il gruppo anti-chavista Vente Venezuela.

In un post sui social hanno scritto: ”Urgente. Il capo della protezione di María Corina Machado, Milciades Ávila, è stato rapito. Questa mattina presto, funzionari del regime sono entrati con la forza nella casa dove si trovava, violando tutte le procedure legali. Chiediamo il suo rilascio immediato!” Al momento non ci sono informazioni sui motivi della detenzione o sul luogo in cui è stato trasferito il capo della sicurezza del leader dell’opposizione dopo essere stato prelevato dalla sua abitazione.

Tommaso dal Passo 

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