USA. Un Repubblicano alla FED: prospettive per fermare l’inflazione

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Come oramai è noto, Jerome Powell è stato riconfermato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden alla guida della Federal Reserve (FED).

Powell, un repubblicano moderato nominato durate il mandato di Donald Trump,è riuscito a conquistare anche la piena fiducia del ministro del Tesoro Janet Yellen, l’economista progressista che lui ha sostituito proprio al vertice della Fed.

Il presidente Biden, confermandolo alla guida dell’Istituzione e affiancandogli Lael Brainard come vice, ha scontentato la sinistra del suo partito (soprattutto Elizabeth Warren) ma ha tranquillizzato i mercati dando una prospettiva di stabilità alla gestione della politica monetaria in tempi di ripresa dell’inflazione, evitando inoltre un rischioso processo di riconferma a causa di dispute congressuali all’interno della sua stessa maggioranza. Infatti, benché In Senato la scelta del presidente verrà bocciata da almeno altri due senatori democratici (Sheldon Whitehouse del Rhode Island e Jeff Markley dell’Oregon) oltre che dalla Warren, Powell dovrebbe ricevere il sostegno di molti repubblicani che da tempo si erano espressi in suo favore.

Tuttavia, nonostante la guida della FED rimanga in mano ad un repubblicano, la sua futura agenda dipenderà dalle scelte che Biden deve ancora fare: con la nomina di tre dei sette membri del board della FED scaduti o in scadenza il presidente potrà cambiare profondamente il volto dell’istituzione monetaria.

Accolto all’inizio con una certa perplessità, anche per la sua scarsa esperienza, Jerome Powell è riuscito a conquistare stima e diffusi apprezzamenti per l’equilibrio nella gestione degli strumenti di sostegno dell’economia prima e durante la pandemia, per la difesa tenace dell’autonomia della Banca centrale Usa e anche per la sua tenuta psicologica davanti ai continui attacchi, conditi anche con insulti, dell’allora presidente Trump. Infatti, benché nominato dal Tycoon newyorkese, Powell è entrato presto in contrasto con il presidente, a causa di differenti visioni in questioni di politica monetaria. La conferma di Powell è stata anche letta come un nuovo segnale di autonomia della Banca Centrale Usa, rispetto alla Casa Bianca e quindi foriera di iniziative meno legate alle turbolenze della Presidenza statunitense.

S.N.