USA. Sull’Iran: ci stiamo solo difendendo

335

Il portavoce Pentagono a AgcNews: «Non cerchiamo un conflitto con l’Iran… e le nostre azioni per inviare uomini e mezzi nella regione sono di natura difensiva» 

«Non cerchiamo un conflitto con l’Iran.. le nostre azioni per inviare capacità aggiuntive alla regione sono di natura difensiva», dice la portavoce del Pentagono, Cmdr. Rebecca Rebarich (foto piccola), aggiungendo che «questi uomini sono impegnati a garantire la protezione delle nostre forze nella regione», e che «l’Iran continua a minacciare gli Stati Uniti, i suoi alleati e partner».

Le relazioni tra Stati Uniti e Iran si sono significativamente aggravate nel corso dell’ultimo mese. Washington ha imposto sanzioni su aree chiave dell’economia iraniana nel tentativo di cambiare atteggiamento a Teheran. Gli Stati Uniti hanno anche incluso il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (i Pasdaran) nell’elenco delle organizzazioni terroristiche. In risposta, l’Iran ha fatto la stessa cosa con il Comando Centrale delle Forze Armate degli Stati Uniti (CENTCOM). La tensione tra l’Iran e gli Stati Uniti, è salita anche dopo le nuove accuse di Washington nei confronti di Teheran in merito alla paternità degli attacchi, delle scorse settimane, contro le petroliere dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti.

Inoltre, il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti John Bolton ha annunciato l’invio di due navi militari nel Golfo, per lanciare «un chiaro e inequivocabile segnale al regime iraniano che ogni attacco contro gli interessi degli Stati Uniti o dei nostri alleati sarà affrontato con una forza spietata». La portavoce del Pentagono, Cmdr Rebecca Rebarichm,ci aiuta a far luce sulla posizione americana.

Cmdr. Rebarich, in che consiste la strategia americana per affrontare l’Iran? E come appaiono le relazioni tra Washington e Iran in questi giorni?
Voglio chiarire che la nostra politica nei confronti dell’Iran non è cambiata, come hanno affermato il Presidente e il Segretario della Difesa: non cerchiamo un conflitto con l’Iran. Le nostre azioni per inviare capacità aggiuntive alla regione sono di natura difensiva. Sono impegnate nel garantire la protezione delle nostre forze nella regione.

La politica degli Stati Uniti rimane uno sforzo economico e diplomatico per riportare l’Iran al tavolo dei negoziati per incoraggiare un accordo completo che affronti l’ambito del loro comportamento destabilizzante nella regione.

Come vede Washington il comportamento dell’Iran nella regione?
Da lungo tempo, riconosciamo l’Iran come una significativa forza destabilizzante in Medio Oriente che continua a minacciare gli Stati Uniti, i suoi alleati e partner. L’Iran, il principale sponsor mondiale del terrorismo, continua la sua cattiva influenza e destabilizza le attività in tutta la regione. Nessuna di queste attività è utile o di supporto per la pace e la stabilità, e tutte presentano maggiori rischi per un ambiente già complesso e volubile.

Ma l’evoluzione della situazione va verso una guerra a causa del comportamento dell’Iran?
Non cerchiamo conflitto con l’Iran. La decisione di inviare forze aggiuntive è di natura difensiva, per garantire la protezione delle nostre forze.

E le forze americane che verranno inviate in Medio Oriente?
In risposta ad una serie di informazioni d’intelligence credibile che l’Iran continuasse a pianificare gli attacchi da solo o attraverso suoi “associati” contro le forze USA, i nostri alleati e partner nella regione, il Segretario della Difesa ha approvato una richiesta dal Comando Centrale USA, per ulteriori forze e capacità alla regione.

Quante truppe statunitensi saranno inviate nella regione?
Il Segretario della Difesa ad interim, Patrick Shanahan, ha autorizzato 1500 uomini, tuttavia, ne arriveranno solo 900 effettivamente nuovi mentre 600 truppe saranno spostate dal loro attuale schieramento.

Pensa che ci sarà una reazione da parte dell’Iran?
Non ho intenzione di speculare su ciò che l’Iran intenderà fare.

Marwa Mohammed
Corrispondente dal Cairo