USA. Più rompighiaccio per la potenza artica USA, oggi al lumicino

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La capacità dei rompighiaccio della Guardia Costiera statunitense deve crescere per contrastare le attività russe e cinesi nell’Artico, ha dichiarato recentemente il comandante della USCG al Congresso Usa. I ghiacci polari sono diminuiti costantemente negli ultimi decenni, aprendo nuove potenziali rotte commerciali che potrebbero collegare Asia, Nord America ed Europa.

Nel corso di un’audizione con la commissione per i trasporti e la sicurezza marittima della Camera, l’ammiraglio Linda Fagan ha sottolineato la necessità di costruire una flotta di rompighiaccio in grado di mantenere una forte presenza nella regione artica, indicando in particolare i cutter per la sicurezza polare, riporta Defense News.

«Siamo una nazione artica (…) Ottenere la capacità di creare una presenza duratura nell’Artico e nelle acque al largo dell’Alaska è assolutamente una priorità», ha detto Fagan La produzione dei primi cutter per la sicurezza polare è iniziata quest’anno.

La Guardia Costiera riceverà tre rompighiaccio pesanti, seguiti da tre rompighiaccio medi. La Guardia Costiera ha richiesto 167,2 milioni di dollari nel bilancio dell’anno fiscale 2023 per continuare la loro produzione e 30,1 milioni di dollari per gestire un rompighiaccio disponibile in commercio nell’attesa.

Negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno registrato un forte deficit di rompighiaccio rispetto ad altre potenze artiche, come la Russia. Secondo l’Office of Waterways and Ocean Policy della Guardia Costiera statunitense, la Russia dispone di oltre 40 rompighiaccio attivi, tra cui circa 10 varianti a propulsione nucleare.

Gli Stati Uniti hanno due rompighiaccio, la Polar Star, pesante, e la Healy media. Questa differenza di capacità, ha sostenuto Fagan, chiarisce «perché è così critico colmare il divario nelle capacità dei rompighiaccio».

Da parte sua, la Cina nel 2018 si è dichiarata una “potenza quasi artica” nel suo documento di politica artica, con un’attenzione particolare al rafforzamento della sicurezza energetica, mentre Pechino lavora per allontanare la sua economia dal carbone.

«Poiché la Cina opera in tutto il mondo, credo che la presenza e l’accesso siano il suo interesse, ed è per questo che per noi, come nazione artica, diventa fondamentale avere una presenza sull’acqua nell’Artico per garantire la nostra sovranità nazionale», ha detto Fagan.

Con il riscaldamento del pianeta, il panorama geopolitico in continua evoluzione e le nuove sfide poste dal cambiamento climatico gli Usa starebbero ritenendo strumento vitale per la sicurezza nazionale americana la Guardia Costiera.

Anna Lotti