USA. L’Intelligence bandisce Kaspersky Lab dai pc federali

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Ai servizi di sicurezza e alle agenzie governative degli Stati Uniti è stato ordinato di sbarazzarsi di prodotti e servizi di Kaspersky Lab, società moscovita di cybersecurity. Il Dipartimento della Homeland Security ha emanato la direttiva, dando alle agenzie 90 giorni per conformarvisi, riporta VoA. «Questa azione si basa su rischi per la sicurezza delle informazioni presentati dall’uso dei prodotti Kaspersky sui sistemi informativi federali», recita la direttiva del Dhs. Il Dipartimento ha detto che le preoccupazioni chiave erano i legami «tra alcuni funzionari Kaspersky e l’intelligence russa e altre agenzie governative di Mosca».

Gli Stati Uniti hanno detto che avrebbero dato a Kaspersky l’opportunità di rispondere per iscritto alle preoccupazioni dell’Amministrazione Trump. Kaspersky ha ripetutamente negato di aiutare la Russia nello spionaggio. Il 12 settembre, il fondatore della società Eugene Kaspersky suTwitter ha cercato di calmare le paure: «Nonostante le turbolenze geopolitiche, rimaniamo impegnati nei confronti dei clienti americani», ha scritto.

La direttiva Dhs è arrivata ore dopo che il Director of National Intelligence statunitense ha avvertito che la Russia ha accelerato il ritmo delle sue operazioni contro gli Stati Uniti: «La Russia ha chiaramente assunto una postura cyber sempre più aggressiva aumentando le operazioni di spionaggio informatico», ha detto Dan Coats ad un recente vertice sulla cibersicurezza.

Coats non ha poi specificato la portata o il bersaglio delle operazioni cyber della Russia, ma ha avvertito che una serie di nemici sono sempre più alla ricerca di armi per influenzare l’opinione pubblica. «Gli avversari usano internet come una camera dell’eco in cui informazioni, idee o credenze vengono amplificate o rafforzate attraverso la ripetizione (…) I loro sforzi cercano di minare la nostra fiducia nelle nostre istituzioni o di promuovere la violenza in nome dell’identità».

Il Direttore dell’intelligence statunitense ha anche detto che gli hacker erano sempre più puntati sull’industria statunitense della Difesa: «Tali intrusioni, anche se destinate a furto e spionaggio, potrebbero inavvertitamente causare danni gravi, se non catastrofici, in cui un avversario mentre compie un attacco cyber di piccola scala contro gli Stati Uniti potrebbe calcolare erroneamente il bersaglio e fare disastri», ha detto Coats.

Anna Lotti