USA. L’insediamento di Donald Trump sarà come quello di George W. Bush?

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di Antonio Albanese STATI UNITI D’AMERICA – Washington Il 20 gennaio di 16 anni fa, migliaia di manifestanti allineati lungo il percorso della parata inaugurale del presidente repubblicano George W. Bush scandivano lo slogan: «Non è il mio presidente». Nonostante l’enormità politica della manifestazione e la sua imponenza, l’evento fu in gran parte ignorato di media mainstream statunitensi e globali. Gli esperti si stupirono allora su come George W. Bush abbia poi terminato il suo cursus politico, riporta la rivista Salon.

Il documentario del 2001 “Not My President: Voices From the Counter Coup” narra gli eventi di quella giornata che presenta parallelismi inquietanti tra l’insediamento di George W. Bush e quella di Donald Trump.

Secondo Robin Andersen, regista del documentario e titolare della cattedra di Peace and Justice studies alla Fordham University questi parallelismi esistono e sono più di quanto si pensi: «Il quaranta per cento del pubblico credeva ancora che Bush non fosse stato legittimamente eletto, ma non vi era quasi nessuna discussione di problemi elettorali o di crisi costituzionale (…) Bush subisce una sorta di trasformazione dove si mette un abito nuovo e diventa un leader. Vengono meno le domande sulle sue capacità, la sua esperienza e la storpiatura della lingua inglese. La sua trasformazione è quasi magica» aggiunge.
Andersen ha stimato che all’epoca le proteste all’insediamento, che si sono verificate in tutto il paese, ottennero circa 10 minuti di copertura totale su tutte le principali reti televisivi statunitensi: «Quando furono fatte vedere le immagini di manifestanti, non ci fu nessuna spiegazione sul perché. Ci hanno chiesto di essere spettatori passivi in questo rituale di legittimazione mentre le vere questioni democratiche che dovrebbero essere in discussione sono state ignorate», afferma Andersen nel film. A due settimane dall’inaugurazione di Donald Trump, Andersen prefigura ciò che l’America può aspettarsi il 20 gennaio: «Ci saranno sicuramente delle somiglianze, ma Trump non ha i ritardi legali (legati al riconteggio delle schede, ndr) che aveva l’amministrazione Bush, così l’idea che l’inaugurazione sia una incoronazione non sta per essere parte della protesta», riporta inoltre la rivista AlterNet.

«Tutto ciò che Trump dovrà fare sarà restarsene un po’ tranquillo e fare il minimo indispensabile per apparire come un essere umano, smussando il suo carattere». Le notizie false, l’hacking russo e le promesse elettorali stravaganti di Trump saranno tutte un lontano ricordo per le reti televisive, prosegue eAlterNet. Un elemento nuovo rispetto al 2001 sarà la presenza dei sostenitori di Trump, dei gruppi più caratteristici com i Bikers for Trump, con la probabilità che l’immagine che verrà data sarà quella di un equilibrio per sottolineare qualsiasi tipo di conflitto che si potrebbe verificare.