Una società Usa che produce servizi collegati all’Intelligenza artificiale e alla ricerca dei social media e già al centro di precedenti polemiche, la Dataminr, avrebbe aiutato le forze dell’ordine a monitorare digitalmente le proteste che hanno sconvolto gli Usa dopo l’uccisione di George Floyd, informando la polizia sui post dei social media con gli ultimi spostamenti e le azioni dei manifestanti, riporta lo statunitense The Intercept.
Questo tipo di monitoraggio sembra in contrasto con le affermazioni sia di Twitter che di Dataminr, secondo cui nessuna delle due società si sarebbe impegnata o avrebbe facilitato la sorveglianza interna dopo una lunga polemica nel 2016. Twitter, fino a poco tempo fa un investitore di Dataminr assieme alla Cia, fornisce alla società il pieno accesso a un flusso di contenuti noto come “firehose”, che permette a Dataminr, recentemente valutata oltre 1,8 miliardi di dollari, di scansionare ogni tweet pubblico non appena il suo autore lo invia.
Entrambe le società hanno negato che il monitoraggio delle proteste corrisponda alla definizione di sorveglianza. Dataminr aiuta le redazioni, le aziende e i governi di tutto il mondo a seguire le crisi con una velocità elevata mentre si svolgono sui social media e sul web. Attraverso una combinazione di persone e software, l’azienda avverte le organizzazioni clienti sulle crisi globali – guerre, sparatorie, rivolte, disordini, disastri e così via, in modo da avere un vantaggio mentre le notizie si diffondono.
Nel 2016, il Wall Street Journal denuncio che la piattaforma Twitter è stato costretto a fare i conti con diverse segnalazioni che la sua piattaforma veniva utilizzata per consentire la sorveglianza interna, seguito poi da altre organizzazioni peri i diritti civili.
La società smentì all’epoca, ma la rivista Usa ora, sulla base di interviste, richieste di documenti pubblici e documenti aziendali ha scoperto che Dataminr continua a consentire quella che è essenzialmente la sorveglianza da parte delle forze dell’ordine statunitensi, contraddicendo le sue precedenti assicurazioni, anche se il monitoraggio rimane all’interno degli stretti confini tecnici che si è imposta e a una serie di bizantinismi lessicali-giuridici.
Dataminr ha trasmesso tweet e altri contenuti dei social media sulle proteste di George Floyd e Black Lives Matter direttamente alla polizia, apparentemente in tutto il Paese, riporta The Intercept. Così facendo, ha usato con grande effetto il suo accesso privilegiato ai dati di Twitter – nonostante le attuali condizioni di servizio che impediscono esplicitamente agli sviluppatori di software «di tracciare, avvisare o monitorare eventi sensibili (come proteste, raduni o riunioni di comunità)» via Twitter; la società ha facilitato la sorveglianza delle recenti proteste, comprese le attività non violente, convogliando grandi quantità di dati dei social media da tutto il web e convertendoli in ordinati pacchetti di intelligence per la polizia.
La sorveglianza delle proteste Black Lives Matter di Dataminr ha incluso il monitoraggio costante dei social media per segnalare alla polizia i luoghi e le attività delle proteste, gli sviluppi all’interno di specifici raduni, così come i casi di presunti “saccheggi” e altri danni alla proprietà.
Secondo la rivista: «È vero che Dataminr non segue individualmente i manifestanti e gli attivisti, ma su richiesta della polizia segue le proteste, e quindi i manifestanti».
Luigi Medici