USA. Colpiti gli Hacker iraniani

363

Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni la scorsa settimana, contro 10 cittadini iraniani e un’organizzazione iraniana, tutti legati al Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche, per il massiccio furto di dati da centinaia di università, aziende private e agenzie governative in tutto il mondo.

Attraverso il Dipartimento del Tesoro e il Dipartimento della Giustizia, il governo degli Stati Uniti ha imposto sanzioni sui presunti autori del ciberattacco, attraverso il quale 31,5 terabyte di dati sensibili sono stati rubati da università, agenzie statunitensi e delle Nazioni Unite, nonché da aziende private. Secondo le autorità statunitensi, le sanzioni consistono nel congelamento di tutti i beni dei sospetti che si trovano sotto la giurisdizione statunitense e nel vietar loro di fare affari con gli americani, riporta Efe.

Il vice procuratore generale, Rod Rosenstein, ha detto in una conferenza stampa che «il Dipartimento di Giustizia indagherà e perseguirà gli attori ostili che tentano di trarre profitto dalle idee americane infiltrandosi nei nostri sistemi informatici e rubando la proprietà intellettuale. Questo caso è importante perché interromperà le operazioni di hacking degli imputati e scoraggerà crimini simili».

L’organizzazione sottoposta a sanzioni è l’Istituto Mabna, che sarebbe stato subappaltato dai pasdaran iraniani per l’esecuzione di queste intrusioni informatiche, e che ha commesso il furto di dati a scopo di lucro privato. L’istituto è stato fondato nel 2013 per aiutare le università e le società di ricerca iraniane ad ottenere informazioni scientifiche straniere e la proprietà intellettuale, secondo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.

Tra gli individui sanzionati vi sono nove «leader, appaltatori, associati, hacker per il noleggio o affiliati dell’Istituto Mabna» con sede in Iran che si sono impegnati in «attività informatiche dannose connesse all’appropriazione indebita di risorse economiche o di dati personali a scopo di lucro privato», ha affermato il Tesoro Usa. Il decimo colpito è stato un iraniano che ha illegalmente violato una società statunitense di media e intrattenimento, dalla quale ha tentato di estorcere 6 milioni di dollari.

Per quanto riguarda gli istituti accademici e di ricerca ai quali sono stati rubati i dati, gli Stati Uniti hanno dichiarato che 14 università sul loro territorio e altre 176 all’estero sono state le vittime cibernetiche degli hacker. Il furto di massa ha colpito le organizzazioni in 21 paesi oltre agli Stati Uniti, tra cui Australia, Germania, Irlanda, Italia, Corea del Sud, Spagna e Turchia.

Luigi Medici