USA. Colpire l’Iran con l’obiettivo su Tokyo

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L’iniziativa degli Stati Uniti di sanzionare i paesi che importano petrolio dall’Iran è un altro colpo economico al Giappone e alla Corea del Sud, che speravano entrambi di ottenere un’esenzione come alleati degli Stati Uniti. 

Quando si è trattato di contribuire a portare l’Iran al tavolo dei negoziati nucleari, pochi paesi hanno sacrificato tanto in termini di sicurezza economica quanto il Giappone. Ora, se Tokyo non si adegua all’ultima serie di sanzioni guidate dagli Stati Uniti, si troverà di fronte a un’altra minaccia economica.

Al fine di spingere l’Iran a firmare l’accordo nucleare del 2015, il Giappone ha tagliato drasticamente le importazioni e si è liberato di accordi potenzialmente lucrativi sui giacimenti petroliferi nella crociata americana contro l’Iran. Ma Tokyo ora sta valutando di aver sbagliato i calcoli: secondo il Dipartimento di Stato americano, Washington adotterà una posizione di tolleranza zero nei confronti delle importazioni di petrolio iraniano. Non sono previste concessioni per i suoi alleati asiatici. «Noi consideriamo questo fatto come una delle nostre prerogative di sicurezza nazionale (…) e no, non concederemo deroghe», sarebbe la posizione del Dipartimento di Stato ripreso dal Japan Times.

Con il Jpcoa, Giappone e Corea del Sud hanno ricevuto alcune esenzioni in riconoscimento non solo delle loro alleanze con gli Stati Uniti, ma perché entrambi dipendono interamente dalle importazioni di petrolio. Tokyo sperava di ottenere un’altra esenzione, mentre Washington cerca di mobilitare il mondo in un altro sforzo per frenare il possibile interesse dell’Iran per le armi nucleari. Da quando a maggio il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ritirato gli Stati Uniti dal Jcpoa, Washington ha messo sotto pressione l’economia iraniana e ha chiesto a tutti gli altri paesi alleati di farlo; di fatto lo ha chiesto anche al Giappone che non è mai stato firmatario del piano.

Secondo Asia Times, questo nuovo colpo del’Amministrazione Trump segue il rifiuto degli Stati Uniti di esentare il Giappone da nuove tariffe sull’acciaio e sull’alluminio. Yoshihide Suga, segretario di gabinetto capo di Tokyo, ha detto che il Giappone è coinvolto nei colloqui ora sulla riapplicazione delle sanzioni degli Stati Uniti contro l’Iran, senza fornire dettagli: «Stiamo osservando con attenzione l’impatto che le misure statunitensi potrebbero avere (…) Vorremmo negoziare con i paesi coinvolti per non avere un impatto negativo diretto sulle aziende giapponesi».

Resta da vedere in che modo le nuove sanzioni incideranno sugli accordi relativi alle infrastrutture in Iran. Un tempo, la compagnia petrolifera giapponese Inpex possedeva il 70% dei giacimenti di Azadegan nell’Iran sudoccidentale, il più grande bacino potenziale del mondo. Sotto forte pressione, Inpex ha gradualmente ridotto la sua quota di partecipazione al progetto, abbandonando definitivamente l’intera quota di partecipazione nel 2010.

Graziella Giangiulio