La decisione di Biden di porre fine ai lavori di costruzione del muro è stata definita dal Presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador “un evento storico”.
Con il passaggio Trump – Biden sono cambiate molte delle dinamiche geopolitiche, in particolar modo quelle che hanno avuto come protagonista il muro costruito al confine tra USA e Messico.
Una delle prime questioni affrontate dal neo-presidente americano è stata proprio quella di affrontare una delle politiche più costose delle politiche migratorie messe in atto da Trump. E lo ha fatto durante il suo primo giorno in carica, dichiarando: «Ho stabilito che la dichiarazione di emergenza nazionale al nostro confine meridionale era ingiustificata. Sarà politica della mia amministrazione non dirottare più dollari dei contribuenti americani per costruire un muro di confine. Riguardo ciò sto dirigendo un’attenta revisione di tutte le risorse stanziate o reindirizzate a tal fine». Il Presidente neoeletto è passato dalle parole ai fatti.
Secondo quanto riporta Telesur, giovedì 11 febbraio Biden avrebbe formalizzato la questione inviando una lettera al Presidente della Camera Nancy Pelosi, abrogando la dichiarazione di emergenza nazionale dichiarata nel 2019 e che ha consentito a Trump di espandere il muro, riallocando 600 milioni di dollari dal Dipartimento del Tesoro e 6,1 miliardi dal Dipartimento della Difesa alla Sicurezza Nazionale per finanziarne la costruzione.
La nuova politica migratoria di Biden è stata subito accolta con favore da Obrador, e dal Messico che la aspettava da tempo, che si è complimentato con gli USA per la decisione presa: «È un momento che va festeggiato».
Sotto l’amministrazione Trump il muro, ampliato sia dalla compagine repubblicana che da quella democratica, è arrivato a raggiungere i 1.000 km, di cui 727 di infrastrutture fatte costruire proprio dall’ex Presidente, riportano Yeni Safak e Anadolu.
Oltre all’annullamento dei finanziamenti per la costruzione del muro è stata celebrato un altro evento importante: la fine dei Protocolli di Protezione dei Migranti (MPP), ovvero la politica attuata nel 2019 da Trump e che prevedeva il “rimanere in Messico”. La minaccia di applicare tariffe alle merci importate dal Messico ha costretto i migranti che cercavano di entrare negli Stati Uniti ad aspettare in Messico la risoluzione delle loro pratiche migratorie. Sono stati oltre 65.000 i cittadini non – messicani ad essere rimasti bloccati in Messico.
«Al momento in Messico ci sono circa 6.000 migranti in attesa – ha dichiarato il Presidente – quindi è importante che questi accordi vengano rispettati e che aspettino la risoluzione delle pratiche migratorie nel territorio americano. La politica è quella di sostenere i migranti, ma sarà necessario ancora del tempo affinché questa venga applicata correttamente. Ci aspettiamo che l’amministrazione Biden sostenga i paesi dell’America centrale».
Coraline Gangai