Più di cento imprenditori iraniani e uruguaiani si sono incontrati lo scorso 11 aprile a Montevideo per rafforzare i legami tra i due Paesi, in un vertice guidato dai rispettivi ministri degli Esteri.
Durante l’evento, riporta Efe, il ministro degli Affari Esteri dell’Uruguay, Rodolfo Nin Novoa, ha detto ai giornalisti che «ci sono interessanti possibilità commerciali» tra i due paesi. «Le esportazioni uruguaiane verso l’Iran ammontano a meno di 10 milioni di dollari, mentre le importazioni uruguaiane dall’Iran sono ammontate a circa 6,5 milioni di dollari», ha affermato il Ministro.
L’Iran è un «importante acquirente di prodotti agricoli» dall’Uruguay, ha detto Nin Novoa.
Il ministro uruguaiano ha sottolineato, tuttavia, che ci sono alcuni «problemi sanitari che devono essere risolti da entrambi i ministeri dell’agricoltura» e che il commercio tra i due paesi «ha mostrato un comportamento irregolare nel corso degli ultimi anni».
Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha affermato che il riso importato dal paese sudamericano è il «prodotto uruguaiano più noto in Iran (…) La distanza non è mai stata un ostacolo all’instaurazione di relazioni bilaterali. Dal punto di vista politico e commerciale, l’Iran e l’Uruguay sono sempre stati molto collaborativi», ha detto Zarif.
Il diplomatico iraniano ha anche sottolineato che la posizione dell’Uruguay è una delle cose che più interessano il suo governo e il gruppo di uomini d’affari che lo accompagnano. «La posizione geografica dell’Uruguay è molto importante perché consente l’accesso ai mercati della regione e a molti porti», ha affermato Zarif.
Dopo la conferenza, Nin Novoa ha accompagnato Zarif al palazzo presidenziale per un breve incontro con il presidente Tabare Vazquez.
La presenza iraniana nel Sud America è sempre più visibile. Agli inizi del mese, Mohammad Javad Zarif ha incontrato, stavolta a Teheran, il suo omologo venezuelano Jorge Arreaza e ha discusso di questioni di interesse reciproco. Zarif e Arreaza hanno discusso di come migliorare la collaborazione economica.
Maddalena Ingrao