UNGHERIA. Soros lascia l’Ungheria

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La fondazione del miliardario George Soros ha dichiarato di aver chiuso il suo ufficio a Budapest e si trasferirà a Berlino, lasciando quello che ha definito «un ambiente politico e giuridico sempre più repressivo» in Ungheria. 

Secondo quanto riporta Reuters, il primo ministro Viktor Orban ha ripetutamente accusato Soros e la sua Open Society Foundations, Osf, di incoraggiare la migrazione in Europa e di minare la cultura nazionale ungherese, accusa che il filantropo di origine ungherese nega. L’opposizione afferma che la partenza di Osf segna l’inizio di un governo autoritario in Ungheria, stato membro dell’Unione europea, dove il partito di destra di Orban, Fidesz, il mese scorso ha vinto le elezioni con una grande maggioranza.

Osf ha dichiarato che continuerà a sostenere i gruppi della società civile in Ungheria, ma i beneficiari delle sue sovvenzioni, come il Comitato ungherese di Helsinki, temono che anch’essi possano essere soggetti a maggiori pressioni politiche e giuridiche: «Il governo ungherese ha denigrato e travisato il nostro lavoro e represso la società civile in nome del profitto politico, usando tattiche senza precedenti nella storia dell’Unione Europea», ha detto il presidente Osf Patrick Gaspard.

Al potere dal 2010, Orban ha aumentato il suo controllo sui media e ha posto gli alleati sotto il controllo di istituzioni una volta indipendenti, mentre il suo rifiuto di accogliere un gran numero di migranti in Ungheria lo ha messo in conflitto con l’Ue. La campagna di Orban per le elezioni di aprile ha denigrato Soros e le sue attività a sostegno della società civile e Orban stesso ha detto che sarebbe stato lieto di vedere Osf lasciare l’Ungheria.

A sua volta la Fondazione ha detto che la campagna aveva «rievocato immagini antisemite dalla Seconda guerra mondiale», accusa negata dal governo. Soros, 87 anni, cittadino Usa è infatti di religione ebraica.

Il 14 maggio, il ministro Antal Rogan ha detto che il governo avrebbe ulteriormente inasprito le restrizioni sulle organizzazioni non governative nel suo progetto di legge “Stop Soros”.  Il disegno di legge consente già al ministro dell’Interno di proibire alle Ong attive di impegnarsi nel settore dell’immigrazione che metterebbe a rischio la sicurezza nazionale, e impone una tassa del 25% sulle donazioni straniere alle Ong che sostengono la migrazione. 

Maddalena Ingrao