UNGHERIA. Nell’anniversario del 1956, Orban e Magyar si sfidano a colpi di populismo 

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Il leader dell’opposizione ungherese Peter Magyar ha chiesto un cambio di regime nel suo discorso del 23 ottobre, in occasione del 68° anniversario della rivolta antisovietica del 1956. 

In precedenza, il primo Ministro Viktor Orbán nel suo discorso aveva dipinto Bruxelles come un oppressore straniero e accusato l’Ue di voler installare un governo fantoccio in Ungheria, riporta BneIntelliNews. Le commemorazioni dell’inizio della rivoluzione del 1956 si sono rivelate un’occasione per i politici ungheresi di tenere discorsi politicamente carichi, sfruttando l’evento storico per promuovere il loro programma.

I discorsi tenuti da Viktor Orbán e dal suo sfidante daranno il tono a quella che promette di essere una delle più accese contese elettorali nella storia dell’Ungheria. Nel periodo che ha preceduto la festa nazionale, l’attenzione dei media si è concentrata sulla prevista affluenza alle due manifestazioni. I media filogovernativi hanno evidenziato il calo del sostegno al partito Tisza, sottolineando che il numero di dimostranti presso i media statali all’inizio del mese era stato inferiore alle aspettative e impallidiva in confronto ai grandi raduni visti prima delle elezioni del 9 giugno.

Peter Magyar ha vinto la partita dei numeri il 23 ottobre, attirando molti più sostenitori delprimo Ministro più longevo nella storia del paese. Magyar ha dato il via alla giornata con un sondaggio che avrebbe sicuramente soddisfatto il suo crescente numero di sostenitori.

“Per la prima volta in 18 anni, Fidesz non è il partito più popolare in Ungheria”, ha scritto su Facebook riferendosi a un sondaggio effettuato dal 21st Century Institute, che dava a Tisza un vantaggio di 2 punti percentuali su Fidesz, al 42%. Aveva aggiunto che l’Ungheria aveva così inviato un messaggio al premier: il regime di Viktor Orbán è finito.

Nel suo discorso Magyar ha attaccato il governo, accusandolo di aver creato una crisi economica e morale, che ha reso l’Ungheria il paese più povero e corrotto dell’UE. Ha continuato a delineare gli obiettivi del suo partito per le elezioni del 2026, tra cui l’aumento degli assegni familiari, il sostegno agli anziani, l’utilizzo dei fondi UE per lo sviluppo economico e la riforma di settori chiave come l’istruzione e l’assistenza sanitaria. Magyar ha promesso di ripristinare lo stato di diritto, porre fine alla corruzione e rientrare nell’ufficio del Procuratore pubblico europeo. Ha inviato un messaggio duro a chi è al potere, affermando che “la giustizia sarà fatta e la ricchezza rubata recuperata”.

Ha annunciato l’inizio di una ricerca di candidati per i 106 distretti elettorali e ruoli di leadership più ampi, nonché il lancio della “Consultazione nazionale Tisza” che inizierà il 5 novembre.

Il suo partito ha avviato un processo di selezione aperto per i candidati al Parlamento europeo e all’Assemblea di Budapest prima delle elezioni di giugno. “Il paese non appartiene ai fondi di private equity o ai miliardari, ma al popolo”, ha detto Magyar, e ha promesso di formare un patto con gli ungheresi se verrà eletto nel 2026. Ha esortato la folla ad alzarsi, ad agire e unirsi ai gruppi di lavoro di Tisza.

Il primo Ministro Viktor Orbán ha pronunciato un discorso sotto lo slogan “Onore agli eroi”, commemorando la rivoluzione ungherese del 1956. Tuttavia, il discorso si è in gran parte allontanato dalla celebrazione degli eroi della rivoluzione, concentrandosi invece sulla presentazione di Bruxelles e dell’Unione europea come un nuovo nemico, paragonandolo all’oppressione sovietica.

Orban ha accusato l’Ue di sostenere un governo fantoccio, tracciando impliciti paragoni con Peter Magyar, sebbene non abbia mai menzionato il suo sfidante per nome: ”Non permetteremo che l’Ungheria diventi un vassallo di Bruxelles. Non permetteremo che l’Ungheria diventi uno stato fantoccio, un vassallo di Bruxelles”, ha affermato. Orbán ha poi detto che gli ungheresi sapevano che “hanno scelto il governo fantoccio e il partito che vogliono installare, e hanno il loro uomo per il lavoro, il candidato ideale per guidare un governo fantoccio”.

Il primo Ministro ha equiparato l’influenza dell’UE all’imperialismo sovietico, affermando che l’Ungheria è impegnata in una lotta per la libertà contro Bruxelles, proprio come lo era contro l’Urss. Parlando del conflitto in Ucraina, ha affermato che il mondo è più vicino a una guerra mondiale che mai negli ultimi 70 anni, Orbán “i burocrati di Bruxelles hanno condotto l’Occidente in una guerra senza speranza”, ha affermato.

Anna Lotti

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