UNGHERIA. Budapest rallenta la proroga dell’embargo alla Bielorussia

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L’Ungheria sta minacciando ancora una volta di far saltare l’embargo dell’Unione Europea sulle armi contro la Bielorussia.

Secodo Rferl, l’embargo, che è stato prorogato annualmente dalla sua introduzione nel 2011, prevede l’unanimità dei 28 Stati membri dell’Ue per essere rinnovato. In vista della scadenza del 28 febbraio per il cambio di data, l’Ungheria, è riuscita ad fare uscire dall’embargo i fucili da biathlon e le altre armi utilizzate negli sport.

Budapest ha detto che se altri membri dell’Ue volessero assicurarsi il suo sostegno per un altro rinnovo dell’embargo sulle armi, dovrebbero assicurare che prima venga approvato un documento dell’Ue che descriva in dettaglio le future relazioni del blocco con Minsk.

Il documento, denominato Priorità del partenariato con la Bielorussia è oggetto di negoziati tra Bruxelles e Minsk da due anni e comprende temi quali i contatti interpersonali, le questioni ambientali, la cooperazione economica e i diritti umani.

Doveva essere pronto per la firma nel 2018, ma la Lituania ha insistito per includere diverse salvaguardie in relazione a una centrale nucleare che viene costruita con finanziamenti russi in Bielorussia prima dell’approvazione del testo.

L’UE ha introdotto l’embargo sulle armi nel 2011, il divieto di visto e il congelamento dei beni di quattro società bielorusse e di 174 persone, tra cui il presidente Alyaksandr Lukashenko, dopo la repressione dei manifestanti dopo le elezioni presidenziali del dicembre 2010.

La proroga dell’embargo è stata discussa più volte in gennaio dall’Ue. Secondo Rferl, ad eccezione dell’Ungheria, tutti gli Stati membri dell’UE vogliono mantenere separata la questione della proroga dall’approvazione delle priorità del partenariato con la Bielorussia.

Il sito previsto per la centrale nucleare di Astravyets è una preoccupazione per la Lituania fin dall’annuncio del progetto nel 2008. La capitale della Lituania, Vilnius, si trova a meno di 50 chilometri di distanza, il che mette il progetto in violazione delle raccomandazioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Aiea, fatte dopo il disastro di Fukushima del 2011 in Giappone, che prevedono la costruzione di centrali nucleari a non meno di 100 chilometri dai principali centri abitati.

Maddalena Ingroia