Rabat: rilanciare l’Uma!

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MAROCCO – Rabat 18/07/2013. Il Marocco ha espresso la sua volontà di rilanciare l’Unione del Maghreb arabo (Uma), organizzazione regionale creata nel 1989.

«Il progetto Maghreb è ancora un prerequisito per lo sviluppo sostenibile e solidale delle nazioni del Maghreb e della zona circostante» ha detto  il vice ministro degli Esteri marocchino Youssef Amrani al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 6 agosto. Secondo Amrani, membri Uma sarebbero Marocco, Algeria, Tunisia, Mauritania e Libia; con  questa unione tutti i paesi sarebbero «più stabili e prosperi». Sia gli esperti locali e che i partner internazionali dell’area sono giunti, in tempi diversi, alla stessa conclusione: i cinque paesi potrebbero trarre grande vantaggio da un simile centro economico regionale che potrebbe generare ricchezza, creare posti di lavoro e combattere la disoccupazione giovanile. L’Uma, inoltre, potrebbe competere a livello internazionale e negoziare accordi vantaggiosi, in particolare con l’Unione europea. Per l’economista Hicham Cherboute, «L’assenza di un mercato del Maghreb assieme a tassi di cambio deboli costituiscono il vero handicap. La situazione ideale sarebbe un Maghreb che beneficia di sinergie economiche. La mancanza di un Maghreb integrato sta costandomolto caro a questi paesi (…) il danno è stimabile tra i due e i quattro punti percentuali di Pil per ogni paese e ciò ha un impatto negativo sulle opportunità di lavoro». A parte gli imperativi economici, una collaborazione più stretta tra i paesi Uma sarebbe anche necessaria per affrontare le minaccie per la sicurezza comune. Finora, la cooperazione tra questi Paesi è stata ritenuta inadeguata per affrontare la sfida, ha detto l’analista politico Amine Bekkali riportato da Magharebia.com. «La criminalità organizzata, dilagante nel Sahel, sta minacciando il futuro del Maghreb (…) Nonostante questo, le iniziative di cooperazione volte ad affrontare congiuntamente i rischi sono praticamente inesistenti (…) A meno che tutti i paesi coinvolti non uniscano i loro sforzi nell’intelligence, la regione sarà in pericolo», ha detto Bekkali. La serie di colloqui iniziati ad aprile 2013 tra i ministri degli Interni dei paesi Uma ha portato ad una serie di raccomandazioni, tra cui la richiesta di maggiore condivisione di intelligence tra i servizi di sicurezza. Nella Dichiarazione di Rabat rilasciata al termine del mini-vertice, i ministri del Maghreb hanno promesso di adottare un approccio comune verso le minacce terroristiche. Il terrorismo «deve essere affrontato congiuntamente … perché i paesi del Maghreb sono vicini e appartengono alla stessa area regionale, e affrontano sfide e minacce comuni», si legge nella dichiarazione. Un punto critico per ottenere l’avvio del progetto Uma è la riapertura del confine tra Algeria e Marocco. Stanno, comunque, emergendo segnali di un disgelo nelle relazioni bilaterali tra i due vicini. «Le autorità di entrambi i paesi hanno bisogno di lavorare insieme suI meccanismi di riapertura del confine», aveva dichiarato a Rabat il ministro dell’Interno algerino Dahou Ould Kablia.

Ould Kablia aveva poi detto che i colloqui con il suo omologo marocchino Mohand Laenser, che aveva visitato Algeri all’inizio dello stesso mese, avevano inviato un «segnale forte» e avevano contribuito a creare un ambiente «favorevole» per il progresso della questione.