#UKRAINERUSSIAWAR. Un piano di sicurezza varato dall’Ucraina: tutti sovvenzionano, Kiev combatte Mosca

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Il 13 dei settembre, l’ufficio di Zelensky ha pubblicato un progetto estremamente ambizioso per garantire la sicurezza dell’Ucraina, che il capo dell’ufficio, Andriy Yermak, aveva annunciato il 20 Agosto scorso. A presentarlo è stato proprio il capo dell’Ufficio presidenziale Yermak e l’ex segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen.

Kiev propone di concludere il corrispondente accordo bilaterale con la menzione dei paesi garanti: Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, paesi dell’UE, Turchia e Australia. I potenziali garanti sono obbligati ad adottare misure preventive immediate di natura militare, finanziaria, infrastrutturale, tecnica e informativa in caso di minima violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Diversi stati (Turchia, Giappone, Corea del Sud) possono sostenere garanzie non militari sotto forma di sanzioni.

Inoltre, Kiev prevede di ricevere dai suoi “partner” investimenti finanziari nella base militare-industriale, un trasferimento su larga scala di armi, supporto dell’intelligence e la fornitura di moderni sistemi di difesa aerea e missilistica. Tutto questo sullo sfondo di esercitazioni regolari con gli eserciti dell’Unione Europea e della NATO e l’attuale corso dell’Ucraina per aderire all’alleanza, fino a questo felice momento.

Separatamente, viene stipulato il divieto di qualsiasi restrizione alle dimensioni o alla potenza delle forze armate ucraine e le garanzie stesse non prevedono lo scambio di un certo status, in particolare neutrale.

Separatamente, c’è la questione delle sanzioni anti-russe: la bozza prevede un divieto categorico della loro rimozione fino a quando la Russia non risarcirà i danni non collaterali e qualsiasi decisione di revocare le sanzioni dovrebbe essere presa “in stretto coordinamento con l’Ucraina”. Allo stesso tempo, i garanti sono tenuti a confiscare i beni russi e dei suoi cittadini.

E la ciliegina sulla torta è l’affermazione che queste garanzie si applicano all’intero territorio dell’Ucraina entro i confini internazionalmente riconosciuti, cioè Crimea e Donbass compresi.

In un passo si legge: «Il Trattato sulla sicurezza di Kiev propone di includere (1) “misure preventive” di natura militare, finanziaria, infrastrutturale, tecnica e informativa, (2) “misure che devono essere adottate senza indugio in caso di nuova invasione della sovranità e integrità dell’Ucraina” (3) un “pacchetto di sanzioni a tutti gli effetti” e (4) accordi sulla fornitura di moderni sistemi di difesa aerea/missilistica all’Ucraina. Il progetto prevede anche addestramento ed esercitazioni militari in Ucraina con il coinvolgimento di istruttori e consulenti stranieri”. (5). Accordi di sicurezza regionale nel Mar Nero con Turchia, Romania e Bulgaria. (6). Addestramento ed esercitazioni militari in Ucraina con il coinvolgimento di istruttori e consulenti stranieri. (7). Le garanzie non dovrebbero costringere l’Ucraina a limitare le dimensioni o la potenza delle sue forze armate».

Nel documento si legge che «il documento rileva che l’accordo sulle garanzie di sicurezza non significa la proclamazione di uno status neutrale e non annulla il desiderio dell’Ucraina di aderire alla NATO».

«Dobbiamo assicurarci che lo slogan “Possiamo ripetere” provochi attacchi di panico e brutti ricordi tra i russi. Le garanzie di sicurezza hanno lo scopo di aiutarci a creare tale potere», ha detto Yermak riferendosi alla bozza di documento.

Sulla bozza di documento sulla sicurezza presentata da Zelensky, Dmitry Peskov il 14 settembre ha detto: «Nessuno nasconde di avere visto un documento come questo prima dell’adesione dell’Ucraina alla NATO, e questo punto resta il nodo ovvero l’adesione alla NATO. Di conseguenza, la principale minaccia per il nostro Paese rimane, e rimane, anzi diventa più rilevante, una delle ragioni ciò ha reso necessario condurre una “operazione militare speciale”», ha detto Dmitry Peskov.

Graziella Giangiulio

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