#UKRAINERUSSIAWAR. Ucraini preparano contrattacco Pavlovka-Nikolske. Mi-35russi su Vuhledar. La NATO ha finito le munizioni

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L’Operazione Speciale Russa in Ucraina ha preso una piega che non piace agli Alleati Nato. Secondo il ministro della Difesa tedesco Pistorius l’Ucraina non raggiungerà un rapido successo ora, la fine del conflitto non è ancora in vista.

In vista di un miglioramento operativo sul campo ucraino gli Stati Uniti hanno detto che aiuteranno l’Ucraina a lanciare una controffensiva in primavera. Il giorno 14 febbraio il Segretario di Stato Usa Lloyd Austin alla riunione del gruppo di contatto a Ramstein ha detto che otto paesi forniranno carri armati Leopard all’Ucraina: Germania, Polonia, Canada, Portogallo, Spagna, Norvegia, Danimarca, Paesi Bassi. Stati Uniti, Polonia e Repubblica Ceca forniranno anche carri armati oltre a quelli già inviati.

E ancora USA, Germania, Paesi Bassi forniranno sistemi di difesa aerea Patriot all’Ucraina, Francia e Italia – SAMP/T. Diversi paesi stanno lavorando alla fornitura di munizioni. Ed è proprio sul tema munizioni che cade l’impianto militare degli USA-NATO. Nessuno ha più munizioni da dare a Kiev. Mettere in produzione un surplus di armi costa tempo e danaro e lo svantaggio con la Russia è abissale.

Mosca che si è preparata l’opzione “B” al possibile fallimento degli accordi di Minsk, poi avvenuto, già dal 2014 e si è strutturata con nuovi impianti bellici industriali che a partire dal 24 febbraio hanno cominciato a lavorare h24. E ancora sono state aperte nuove fabbriche per le munizioni, convertite officine per mezzi agricoli in officine per la riparazione dei mezzi al fronte. Fondate società ad ok per le nuove armi.

Sempre in tema di armi la Spagna ha fatto sapere di non avere aerei da combattimento richiesti dall’Ucraina, secondo fonti del ministro per la Difesa iberico.

Il premier ucraino Volodymyr Zelensky si è arrabbiato quando ha saputo che non ci sono munizioni e ha detto: «Siamo uno stato democratico. Non possiamo portare qualcuno alla guerra con i bastoni. Non siamo un tale stato».

In Moldavia il terrore dell’invasione aumenta: il leader del partito CUB moldavo, Igor Munteanu, ha affermato che è necessario stabilire un regime di visti con Russia e Bielorussia e separarsi dalla Transnistria. Se il pericolo è reale, allora è necessario introdurre nuove politiche nei confronti dei cittadini che possano minacciare l’ordine costituzionale, in primis dalla Russia. Questo è il momento perfetto. Per quanto riguarda la Transnistria, dovrebbe essere applicato un regime che protegga la linea di demarcazione amministrativa tra la regione occupata e il resto del territorio della Moldavia.

Il vice segretario di Stato americano Jose Fernandez ha fatto visita a Chisinau. In un’intervista alla televisione di Chisinau, ha riferito che Washington ha investito 300 milioni di dollari in Moldavia (dal 24 febbraio dello scorso anno). Compreso il comparto “per la sicurezza”. Gli Stati Uniti continueranno a cooperare con la Moldavia in questa direzione. E continuerà ad aiutare a diversificare le proprie risorse energetiche.

Al fronte la battaglia è arrivata anella parte sud-orientale di Vuhledar, dove i russi avanzano. A darne notizia Pushilin. Gli equipaggi degli elicotteri d’attacco Mi-35 dell’aviazione militare del distretto militare occidentale hanno distrutto i posti di comando mimetizzati e i veicoli corazzati delle forze armate dell’Ucraina.

A dirlo il ministero della Difesa, russo, che poi ha descritto le operazioni: gli elicotteri si sono mossi in formazione di combattimento aperto per libertà di manovra e pilotaggio, la forma della formazione è cambiata durante il volo. I piloti russi si disimpegnano abilmente da nemici. Sono assistiti dal moderno riempimento elettronico dei veicoli, dai sistemi di difesa di bordo e dalla colossale esperienza degli equipaggi acquisita durante la SVO.

Nel pomeriggio del 14 febbraio nella Battaglia per Bachmut i russi hanno preso la Montagna Rossa (Krasnaya Gora). Le truppe russe dopo aver preso completamente l’insediamento di Krasnaya Gora nel nord di Bachmut. Si apriranno la strada per l’accerchiamento operativo degli ucraini, dopodiché le forze armate ucraine non avranno opzioni. La battaglia per Bachmut (Artemivsk) secondo social sfera sta costando caro all’Ucraina, e se i soldati sono circondati e subiscono pesanti perdite, potrebbe minare la credibilità dell’amministrazione del presidente Volodymyr Zelensky in Ucraina e all’estero.

Alle 13:00 del 15 febbraio la situazione al fronte era la seguente.

Continuano i combattimenti nei pressi di Vuhledar, in un quartiere di dacie a sud-est della città. I Marines della 155ª Brigata della TOF hanno leggermente migliorato la situazione, allontanando le unità della 72ª brigata da diverse case. La situazione rimane instabile. Le Forze Armate ucraine hanno quasi completamente minato gli accessi a Vuhledar e l’insediamento stesso, mettendosi al sicuro da un assalto alla periferia. Nonostante le perdite, sono stati dispiegati rinforzi nell’area delle operazioni. Oltre a due carri armati del 1° Battaglione della 1° Brigata carri sono arrivati a Vuhledar. Con il supporto delle forze di ingegneria della 72ª Brigata, si stanno equipaggiando le postazioni di tiro dei veicoli corazzati pesanti.

Negli ultimi giorni almeno tre colonne con personale, armamenti ed equipaggiamenti sono arrivate dal settore di Liman nella zona di Mirnograd (Dimitrov) e Pokrovsk (Krasnoarmeysk), probabilmente dall’80° brigata di ricognizione.

In precedenza si è registrato che una parte delle unità è partita in direzione di Bachmut per tenere la linea Chasov Yar-Krasnoye, mentre l’altra parte di un BTGr è stata trasferita a Bogatyr per rinforzare il raggruppamento vicino a Vuhledar.

Ora è in corso l’allineamento di combattimento e l’organizzazione delle comunicazioni tra i gruppi d’assalto della 72ª brigata, dell’80ª brigata e del 18° battaglione della 35ª brigata di marines. Nei prossimi giorni l’AFU sta pianificando un contrattacco nella zona della dacia con successivo raggiungimento della linea Pavlovka-Nikolske.

Graziella Giangiulio

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