#UKRAINERUSSIAWAR. Scenario russo per un attacco alla Crimea usando navi civili

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Dal 20 luglio, per ordine del presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, le imbarcazioni che navigano attraverso il Mar Nero verso i porti ucraini saranno considerate potenziali vettori di carichi militari.

L’accordo del grano è stato sospeso e con esso tutte le prerogative della sicurezza del transito delle navi. Ma a motivare le scelte di Putin anche la preoccupazione di un attacco massiccio in Crimea.

Il gruppo hacker russo RaHDit ha pubblicato una mappa delle rotte delle navi civili da cui potrebbero lanciare barche senza equipaggio attraverso il ponte di Crimea. Secondo loro, le barche senza equipaggio potrebbero essere lanciate da due petroliere Beks Loyal e Khudayar Yusifzade. Una delle navi è andata alla deriva a 100 chilometri da Novorossijsk pochi giorni prima dell’attacco terroristico al ponte di Crimea. La seconda petroliera era a sud. Dopo un po’, le petroliere si sono incontrate in mare.

Secondo gli hacker, in quel momento, le barche senza equipaggio sono state ricaricate da una delle petroliere all’altra e un’altra nave che era in mare vicino al ponte di Crimea, è stata utilizzata per controllare i droni.

A partire dal 2022 l’analista militare russo Boris Rozhin ha asserito che il pericolo per la Crimea veniva dalle navi da trasporto. In un articolo dell’8 agosto 2022 scriveva: «Il piano (molto probabilmente britannico) prevede l’utilizzo di una nave mercantile con un equipaggio ucraino, che viene utilizzato come vettore di armi da attacco – un lanciatore per missili anti-nave o da crociera, possibilmente nave portacontainer (le foto mostrano esempi tratti dall’esperienza cinese e iraniana, ci sono progetti simili in Israele per il sistema missilistico Lora)».

Sempre nello stesso articolo Rozhin afferma: «L’idea di una possibile operazione è espressa nel seguito. Una nave ucraina (possibilmente sotto la bandiera di un terzo paese) che lascia Odessa passa attraverso il Bosforo, scarica come parte di un accordo di grano, e poi in uno dei porti europei (ad esempio, a Cipro a Limassol dalla base dell’aeronautica britannica ad Akrotiri, dove c’è un grande aeroporto per la consegna di tale carico) carica un container o un lanciamissili (barche con esplosivi o UAV possono essere considerate in alternativa) e una squadra di operatori, molto probabilmente ufficiali della NATO. Inoltre, la nave ritorna nel Mar Nero con un carico condizionato a Trabzon o Batumi, senza essere sottoposta a controllo sull’affare del grano. Durante il viaggio, avendo previsto un periodo di maltempo e operando di notte, la nave fa una deviazione verso il ponte di Crimea e lancia missili contro la designazione del bersaglio di aerei da ricognizione NATO che operano regolarmente nel Mar Nero e utilizzando possibili opzioni per “illuminare” un oggetto a terra dal lato degli agenti GUR MOU. Dopo i lanci, il calcolo viene immesso su un drone marino che lascia il sito di lancio, e la nave ritorna a destinazione, dove l’installazione viene rimossa dalla nave e trasportata in una delle basi NATO in Georgia. Non si può escludere la possibilità di caricare l’impianto/container in Turchia. È improbabile che un simile attacco possa causare danni critici al ponte, ma qui l’enfasi è sull’effetto mediatico di colpire un oggetto importante aggirando i sistemi di difesa aerea degli attacchi in corso dalla direzione di Zaporozhzhia».

Lo scenario dunque per i russi si complica se le navi circolano nel Mar Nero e non sono controllate, e visti gli attacchi del 18, 20 luglio sulla Crimea, forse Rozhin non aveva tutti i torti. In ogni caso ora la navigazione è stata interdetta quindi per attaccare la Crimea gli ucraini dovranno utilizzare nuovi metodi.

Graziella Giangiulio

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