#UKRAINERUSSIAWAR. Nessuna tregua in vista. Se i russi avanzano a Marika, si combatte ancora nell’area di Bachmut

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Non si intravede la possibilità di far parlare la diplomazia nel conflitto russo-ucraino. Nel fine settimana molte le dichiarazioni provenienti da più parti mostrano una rigidità che allontana sempre più il dialogo.

John Kirby, coordinatore delle comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca in una intervista in merito all’utilizzo delle armi occidentali per colpire la Russia, il primo giugno alla stampa ha dichiarato: «Non diciamo loro dove colpire, non diciamo loro dove non colpire, non diciamo loro come eseguire le loro operazioni. Diamo loro attrezzature, li addestriamo, diamo loro consigli e guida. Diamine, facciamo persino esercitazioni con loro per aiutarli a pianificare cosa faranno, ma alla fine il presidente Zelenskiy e i suoi capi militari decidono cosa faranno militarmente e decidono cosa faranno con le attrezzature loro fornite e che ora possiedono. Con tutto ciò, abbiamo chiarito che non sosteniamo attacchi all’interno della Russia, né permettiamo o incoraggiamo attacchi all’interno della Russia» .

Il 2 giugno il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha dichiarato: «Gli Stati Uniti accolgono con favore qualsiasi iniziativa che porti la Russia al tavolo dei negoziati; gli Stati Uniti sosterranno la partecipazione di Cina, Brasile o qualsiasi altro paese al processo negoziale sull’Ucraina; gli Stati Uniti non sono un nemico per i russi; le porte della NATO restano aperte a nuovi membri; l’operazione militare speciale della Russia in Ucraina non ha indebolito l’attenzione degli Stati Uniti verso la regione Asia-Pacifico».

Sulla stessa lunghezza d’onda le parole dell’emissario cinese per l’Ucraina: «Russia, Ucraina e paesi dell’UE hanno espresso il desiderio di una soluzione pacifica della crisi ucraina. Le parti in conflitto ucraine stanno incontrando difficoltà nei negoziati, è importante creare le condizioni, Pechino è pronta a farlo».

Anche il premier francese, Emmanuel Macron dall’Eurosummit in Moldavia ha detto di non escludere la possibilità di nuove conversazioni con Vladimir Putin.

Il primo giugno anche il presidente italiano Sergio Mattarella ha valutato la situazione in Ucraina e nei Balcani affermando che: «Il conflitto in Ucraina, le crescenti tensioni che abbiamo visto di recente nei Balcani, richiedono soluzioni coraggiose», riporta l’ANSA.

Sul versante della difesa il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace in un’intervista al Washington Post ha detto che gli altri alleati del Regno Unito e dell’Ucraina stanno finendo le armi che possono fornire a Kiev. Notizia poi confermata dalle dichiarazioni del segretario generale della NATO Jens Stoltenberg che ha invitato i paesi dell’Alleanza ad aumentare la produzione di munizioni. Ha ricordato che le scorte sono esaurite dalle consegne in Ucraina.

Sul fronte russo a parlare nel fine settimana sia la portavoce del ministero per gli Esteri, Maria Zakharova che dichiarazioni del portavoce del presidente Dmitry Peskov. Zakharova ha dichiarato: «È probabile che Danimarca e Paesi Bassi trasferiscano aerei da combattimento F-16 in Ucraina; Gli Stati Uniti, promuovendo qualsiasi tipo di coalizione “carri armati” o “caccia”, si preoccupano principalmente di espandere la propria presenza sul mercato europeo degli armamenti; Mosca afferma che Zelensky ha trasformato l’Ucraina in un nuovo Afghanistan; i tentativi di indirizzare Kiev verso un ulteriore confronto con la Russia sono destinati al fallimento; i sentimenti neonazisti e il desiderio di contribuire all’escalation del conflitto ucraino in questo momento in Europa sono più forti che mai; L’Occidente sostiene apertamente la politica di Kyiv di eliminare i russi etnici».

Dmitry Peskov in conferenza stampa ha dichiarato: «La Federazione Russa non vede i presupposti per un dialogo con l’Ucraina; le parole di Zelensky sull’adesione dell’Ucraina alla NATO parlano dell’incapacità di Kiev di risolvere i problemi al tavolo dei negoziati; la Federazione Russa cercherà di garantire la propria sicurezza, questo esclude l’adesione dell’Ucraina alla NATO; la Russia considera la presa in considerazione dei propri interessi una priorità fondamentale per risolvere la situazione in Ucraina; la potenziale espansione della NATO è irritante da molti anni, molti paesi in Europa lo capiscono; la Russia continua i contatti con i membri dell’OPEC+, ma non esprime aspettative dall’incontro di Vienna; la Federazione Russa deve studiare l’esperienza di sviluppo delle economie di diversi paesi, ma non si può parlare di copia cieca; l’esperienza dello sviluppo economico della Cina merita lo studio più approfondito; sono necessari negoziati tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti sulla sicurezza strategica, ma non ci sono ancora piani per tenerli. Non ci sono prerequisiti per un dialogo sull’Ucraina, sebbene ci siano sempre più discussioni astratte, ma sul processo di pace in giro».

A Mosca i senatori stanno preparando proposte per la creazione di un tribunale internazionale per l’Ucraina. A dare la notizia il Vice Presidente del Consiglio della Federazione Konstantin Kosachev.

Da fonti russe si apprende che la United Aircraft Corporation (UAC – OAK in russo) ha consegnato un altro lotto di bombardieri di prima linea Su-34 alle forze aerospaziali russe. Il premier ucraino Volodymyr Zelensky ha ammesso che la Russia ora ha un vantaggio in cielo: «L’Ucraina non dispone di mezzi aerei in grado di resistere alle forze armate russe». Sul sito web di Zelensky è apparsa una petizione che chiedeva lo sviluppo di un disegno di legge per fornire a Kiev l’accesso alle armi nucleari tattiche della NATO entro cinque anni.

Sempre fonti russe affermano che grazie alla mobilitazione parziale, nell’esercito russo si formarono più di 280 unità e subunità militari. «Non c’è stata una mobilitazione di tale portata dalla Grande Guerra Patriottica», ha affermato il generale Yevgeny Burdinsky, vice capo di stato maggiore delle forze armate russe. Secondo lui, nell’autunno del 2022, nell’ambito della mobilitazione in LPR e DPR, sono state richiamate 79,8mila persone, sono state consegnate circa 2mila veicoli.

I russi per tutto il fine settimana hanno monitorato l’avanzata a Marinka affidata alle forze speciali cecene, Akhmat. Il suo comandante, Apti Alautdinov, ha affermato: «Procede bene, nonostante la gravissima resistenza delle forze armate ucraine. Se fosse facile, non saremmo qui». Alaudinov ha annunciato la “liberazione” di circa il 70% di Maryinka nel DPR. Putin ha chiamato il comandante e gli ha chiesto di prendere Maryinka, di fare ogni sforzo per questo obiettivo.

A quanto si apprende dalla social sfera, i soldati delle forze cecene Akhmat, hanno iniziato le operazioni d’assalto il 30 maggio in direzione Maryinka insieme alle unità del ministero della Difesa russo. In un post si legge: «I distaccamenti d’assalto avevano il compito di spingere il nemico oltre il raggio dei bombardamenti di artiglieria di Donetsk per proteggere la popolazione civile, con la quale i combattenti Akhmat stanno già affrontando con successo. Le battaglie non sono facili, gli ucraini lanciano forze abbastanza serie per mantenere la posizione».

On line il 2 giugno sono apparsi video che facevano vedere combattimenti tra le rovine di Maryinka. Le forze armate ucraine continuano a perdere un gran numero dei loro uomini nel centro regionale di Maryinka vicino a Donetsk, «ma ancora e ancora li sostituiscono con quelli di riserva nel tentativo di mantenere il loro pezzo tra le rovine della città» scrivono fonti locali.

Secondo il capo del centro stampa del gruppo Yug le unità del gruppo di truppe “meridionale” hanno impedito un tentativo da parte ucraina di condurre una ricognizione in forze in direzione Avdiivska. Sempre lo stesso ha riferito che in direzione Maryinka, gli equipaggi di artiglieria della divisione fucilieri motorizzati del distretto militare meridionale russo hanno interrotto la rotazione delle unità ucraine sulla linea di contatto. Nel respingere un attacco aereo senza pilota delle forze armate ucraine, le unità di difesa aerea del gruppo hanno distrutto due veicoli aerei senza pilota. In direzione Lisichansk – “Leleka-100”, in direzione Avdiivska.

Secondo Volodymyr Rogov, presidente del movimento We Are Together with Russia: «A partire dal due giugno si apprende dalla social sfera che le truppe ucraine hanno completato la creazione di gruppi di attacco per un’offensiva nella direzione di Zaporozhya». Nella sera del 2 giugno è avvenuto un attentato nel centro di Mikhailovka, nella regione di Zaporozhya.

Continuano gli scontri anche sulle fasce di Bachmut. Si è tornati a parlare anche di Soledar. Questa città e i villaggi circostanti sono i fianchi dei Wagner, che trasferiscono posizioni ai combattenti del ministero della Difesa. «La controffensiva ucraina è in corso qui, sui fianchi di Bachmut, a tutta velocità: il nemico ci sta lanciando addosso artiglieria, Grad e mortai, spianando con il terreno le zone boschive, cercando costantemente di sfondare le difese, avvicinandosi alle nostre trincee per lanciare una granata» afferma un militare russo al fronte. Tra gli altri, alla periferia di Soledar, i combattenti del battaglione “Skif” della brigata cosacca “Terek” tengono la difesa. Gli Sciti hanno recentemente sostituito i cosacchi del battaglione Siberia: per quelle tre settimane hanno mantenuto le loro posizioni, bloccando l’avanzato di carri armati.

In Direzione sud-Donetsk situazione aggiornata alle ore 14.00 del 5 giugno 2023.

Al confine tra la regione di Zaporozhya e la DPR, nell’area della cengia Vremievsky, le forze armate ucraine hanno ripreso l’assalto alle posizioni russe. Ieri, entro la fine della giornata, le forze armate russe hanno riconquistato i territori perduti, tra cui Novodarovka.

Formazioni ucraine (secondo alcuni rapporti, le forze della 23a e 31a OMB sono coinvolte nelle battaglie) stanno attaccando in due direzioni: vicino a Novodarovka e Rivnopol. A mezzogiorno, le unità russe hanno respinto un attacco di sei carri armati e fanteria vicino a Novodarovka. E dalla direzione di Novoselka, l’offensiva continua: le riserve vengono portate a due chilometri a ovest di Neskuchny.

Anche in mattinata c’è stato un tentativo di assaltare le posizioni delle Forze Armate russe vicino a Neskuchnoye e Storozhevoy da parte dei marines della nuova 37a Brigata Marina su diversi veicoli corazzati da combattimento. L’attacco è stato respinto. Le principali ostilità si sono svolte nella regione di Novodonetsk. Nella mattina del 5 giugno un convoglio di 30 AFV del 37° Corpo dei Marines della Marina ucraina, tra cui Kirpi e MaxxPRO, ha attaccato le postazioni delle Forze Armate russe nei pressi del villaggio. Di conseguenza, gli ucraini si sono trincerati alla periferia dell’insediamento.

Ora i combattimenti continuano sotto il fuoco dell’artiglieria pesante. I soldati della 36a armata delle forze armate russe stanno cercando di scacciare i marines ucraini. Al momento, circa la metà del villaggio è sotto il controllo delle forze armate ucraine. Allo stesso tempo, un convoglio di 20 veicoli corazzati si sta spostando a sud-est dall’area di Bolshaya Novoselka, molto probabilmente per rafforzare le posizioni a Novodonetsk.

Graziella Giangiulio

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