#UKRAINERUSSIAWAR. Mercenari morti, scambi di prigionieri: la guerra delle persone

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Sulla social sfera si legge che nella regione di Zaporozhye ha avuto luogo un altro scambio di prigionieri e di corpi di soldati morti. L’Ucraina afferma che la Russia ha consegnato 35.200 ucraini. Non dicono quanti corpi russi sono stati consegnati, ma molto probabilmente 35. Dopo aver cacciato Lyudmila Denisova, Commissario per i diritti umani, la direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ha iniziato ad affrontare le questioni degli scambi di prigionieri e morti, gli scambi sono stati più frequenti.

Al fronte invece continuano le rese in territorio ucraino, dove a combattere sono ucraini contro ucraini, nella giornata del 21 giugno, 20 civili hanno lasciato da soli l’area l’impianto chimico di Azot, a darne notizia l’Ambasciatore della LPR presso la Federazione Russa Rodin Miroshnik. Secondo Miroshnik, i civili che sono detenuti sul territorio dell’impianto chimico di Azot da militanti ucraini iniziano a lasciare i loro rifugi mentre le truppe russe avanzano attraverso il territorio dello stabilimento Azot. «Circa due dozzine di civili si sono recati indipendentemente al secondo cancello dell’impianto, che non è controllato dai militanti. Ora sono già al sicuro», ha scritto Miroshnik nel suo canale Telegram.

Il diplomatico ha aggiunto che l’uscita dei civili è complicata a causa dei continui bombardamenti da parte delle forze armate ucraine. Secondo i calcoli dei militari russi nell’impianto potrebbero esserci fino a 1000 civili.

La giornata del 21 giugno si è caratterizzata per le notizie dei primi mercenari stranieri morti, dati confermati dai paesi di origine: Austria, Spagna e Stati Uniti.

Il Washington Post ha scritto che c’è un secondo mercenario americano ucciso in Ucraina. Secondo l’articolo si tratta di Steven Zabelsky, 52 anni, morto in Ucraina il 15 maggio. Il necrologio della morte di Zabelski è stato pubblicato il 1 giugno sul Recorder, un giornale pubblicato nella contea di Montgomery, nello stato di New York. La morte di Zabelski è stata confermata anche al Washington Post da un rappresentante del Dipartimento di Stato Usa.

L’articolo rileva che, secondo la rivista Rolling Stone, Zabelski era un veterano dell’esercito americano ucciso da una mina nel sud-est dell’Ucraina. Tuttavia, il Washington Post non è riuscito a scoprire altre notizie in proposito. La notizia della morte di Zabelski arrivata dopo la notizia della cattura dei mercenari Robert Dryuke e Andy Hune vicino a Kharkov che ora rischiano la pena di morte.

Fonti russe Readovka, affermano che un mercenario americano ha raccontato come le forze armate dell’Ucraina hanno combattuto per due ore con le proprie forze speciali. Secondo Tristan Nettles, un veterano della Marina che era con Zabelski la notte della sua morte, il defunto apparteneva a un’unità di volontari occidentali attaccata all’esercito ucraino chiamata Wolverines.

Era un gruppo di lingua inglese: un polacco, un canadese, due britannici e otto americani, tutti con esperienza militare. Sono stati inviati in missione per ripulire le mine nemiche al fine di creare un percorso sicuro per l’attacco della loro unità insieme all’uso di droni.

Stessa sorte è toccata a un mercenario spagnolo di 22 anni ucciso in Ucraina. Lo riporta l’agenzia di stampa Europa Press, citando fonti del ministero degli Affari esteri del Paese spagnolo. «Durante le ostilità, un giovane di 22 anni, originario di Manacor (Maiorca), è morto», informa l’agenzia.

Si fa notare che lo spagnolo è andato in Ucraina per partecipare a uno scontro armato contro la Russia, ma «non si sa se sia morto in battaglia». L’Ambasciata di Spagna si occupa di questo problema ed è in costante contatto con la famiglia del defunto. Nei prossimi giorni, secondo l’agenzia, il suo corpo dovrebbe essere rimandato a casa.

Per rimanere in tema di prigionieri secondo i membri della Guardia Russa, distaccati per prestare servizio nella Repubblica popolare di Lugansk, sarebbero stati arrestati una dozzina di presunti disertori provenienti da varie parti delle Forze armate ucraine.

Secondo le informazioni preliminari, gli agenti delle forze speciali di polizia hanno trovato cittadini sospetti senza documenti nel corso delle normali misure di protezione dell’ordine pubblico: tutti sono stati arrestati e portati nell’ufficio del comandante locale.

A chiudere il cerchio di questa drammatica guerra di tutti contro tutti, dove ucraini combattono contro ucraini e stranieri diventano mercenari per seguire un’idea di rivoluzione, per altro di scarsa consistenza, sono avvenuti i primi arresti per furto da parte dei militari di Leopoli di materiale militare da rivendere al mercato nero o al migliore offerente.

Il fatto è di rilievo perché i militari ucraini, nei video che inviano a Zelensky, chiedendo il permesso della resa, lamentano la mancanza di munizioni e armi.

Gli imprenditori ucraini nella regione di Leopoli avrebbero creato un canale di distribuzione per gli aiuti umanitari rubati ai militari, “chiedendo” decine di milioni di grivna per questi prodotti.

Su un account dei legge: «Mentre Zelensky continua a parlare del consolidamento della società ucraina e di come l’esercito sia dotato di tutto il necessario, i militari ucraini ululano praticamente con le pale, come confermano i loro videomessaggi. Un 42enne ucraino, insieme ai suoi complici, importava giubbotti antiproiettile dall’estero con il pretesto di aiuti umanitari per le forze armate ucraine. Al fine di consegnare illegalmente equipaggiamento militare in Ucraina, gli uomini si sono resi conto in anticipo e hanno preparato in anticipo tutti i documenti necessari. I giubbotti antiproiettile sono stati venduti su Internet per 10mila grivna ciascuno. La SBU ha coperto i rivenditori e perquisito i magazzini. Lì sono stati trovati quasi 3.000 giubbotti antiproiettile. Il valore della proprietà rubata ammontava a circa 25 milioni di grivna».

Graziella Giangiulio

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