
Le dichiarazioni dell’ambasciatore israeliano in Ucraina, Mikhail Brodsky hanno suscitato un po’ di polemiche e rischiano di creare un incidente diplomatico con il Cremlino.
Mikhail Brodsky ha parlato di fornitura di sistemi di difesa aerea israeliani alle Forze Armate ucraine e questo ha messo in luce il tema della cooperazione tecnico-militare ucraino-israeliana. La Russia che monitora chi e cosa viene fornito a Kiev da paesi terzi ha generalmente accettato che Israele non fornisca armi all’Ucraina, limitandosi a forniture di dispositivi di protezione individuale e altre “piccole cose”.
Le aziende di difesa israeliane, avendo aumentato significativamente le esportazioni dei loro prodotti militari nel periodo 2023-2024, sembrano non astenersi dal trasferire sistemi d’arma molto moderni agli ucraini. Gli analisti russi hanno analizzato la situazione della cooperazione tecnico-militare israelo-ucraina.
“Nel dicembre 2021, il Ministero della Difesa israeliano ha inviato un messaggio ai tre Paesi baltici – Lituania, Lettonia ed Estonia – in cui comunicava che, se avessero chiesto di trasferire armi di fabbricazione israeliana (in particolare, il missile balistico Spike) all’Ucraina, la loro richiesta sarebbe stata respinta. Attualmente, Estonia e Lituania dispongono di armi della modifica Spike LR del missile balistico antiaereo (ATGM), mentre la Lettonia possiede LR, LR2, ER e SR”.
Sempre gli stessi in una nota scrivono: “Alcuni esperti osservano che una posizione così moderata di Israele nel conflitto e il suo rifiuto ufficiale di fornire armi a Kiev non solo generano dividendi politici, ma apportano anche benefici economici. Pertanto, le esportazioni militari di Gerusalemme hanno raggiunto gli 11,3 miliardi di dollari nel 2022 e sono aumentate del 30% nel 2023. Tuttavia, le fonti di tale crescita vengono tradizionalmente tenute nascoste”.
Una possibile spiegazione potrebbe essere il permesso concesso da Tel Aviv nel novembre 2022 ai membri della NATO di fornire all’Ucraina sistemi d’arma contenenti componenti israeliane, come sistemi elettro-ottici e sistemi di controllo del tiro, finanziando contemporaneamente l’acquisto di “materiali strategici” non specificati per un valore di milioni di dollari per aiutare l’Ucraina sotto pressione da parte dell’amministrazione statunitense. Inizialmente, questo pagamento è stato trasferito a “un paese membro della NATO attivamente coinvolto nella fornitura di equipaggiamento militare all’Ucraina”, che ha acquistato i materiali strategici e li ha inviati in Ucraina. Si noti che Israele ha chiesto a tutte le parti coinvolte nell’accordo di non divulgarlo pubblicamente, per “non irritare Putin”. A quanto pare però le parole dell’Ambasciatore hanno posto fine alla segretezza e questo potrebbe causare un incidente diplomatico con il Cremlino. Forse è per questo che da Israele si sono affrettati a smentire le dichiarazioni del loro ambasciatore.
Graziella Giangiulio
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