#UKRAINERUSSIAWAR. La carta del Caucaso in mano al Cremlino 

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In mano a Putin, in attesa di essere giocata al momento opportuno, c’è la carta del Caucaso. Una carta valida ancora anche se indebolita dalle tensioni tra due alleati di Mosca, Azerbaijan e Armenia.

Appena due giorni prima che la Russia lanciasse la sua marcia verso Kiev, Putin ha incontrato il leader dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, a Mosca. I due presidenti hanno firmato un accordo di “cooperazione alleata” in 43 punti, che nominalmente ha rafforzato la posizione della Russia nel paese caucasico. Ha anche reso la Russia, almeno sulla carta, un alleato dell’Azerbaigian e dell’Armenia, riporta AT.

Per 30 anni, il Cremlino ha agito come mediatore in un conflitto tra l’Azerbaigian e l’Armenia sul Nagorno-Karabakh; nel 2020, una guerra di 44 giorni si è conclusa con l’Azerbaigian che ha ripristinato la sovranità su gran parte della regione e con l’Armenia, alleata della Russia nell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva, Csto, e nell’Unione economica eurasiatica, de facto sconfitta.

L’accordo firmato tra Putin e Aliyev afferma che «le forze armate dei due paesi approfondiranno la loro interazione, anche tenendo attività congiunte di addestramento operativo e di combattimento». La Russia e l’Azerbaigian potrebbero anche considerare di fornirsi reciprocamente assistenza militare, il che potrebbe diventare rilevante se la guerra in Ucraina continuasse a trascinarsi per Mosca.

Consapevole del fatto che il sostegno russo ha dei vincoli, l’Armenia ha iniziato a normalizzare le relazioni con la Turchia, mentre l’Azerbaigian e la Turchia sono diventati ufficialmente alleati nel giugno 2021, dopo che Aliyev e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan hanno firmato la dichiarazione di Shusha sulla cooperazione reciproca. Ankara ha anche aumentato la sua presenza nel Caucaso dopo la guerra del Nagorno-Karabakh.

Nominalmente, l’Azerbaigian è alleato di Russia e Turchia, ma in pratica, Baku probabilmente si muoverà per rafforzare i suoi legami con Ankara.

Per ora, l’Azerbaigian e l’Armenia stanno cercando di bilanciare le loro relazioni con l’Occidente pur rimanendo vicini alla Federazione Russa. Né Baku né Yerevan hanno imposto sanzioni a Mosca, e le due nazioni evitano accuratamente di condannare le azioni russe in Ucraina. I loro popoli, tuttavia, hanno preso parte a manifestazioni a sostegno dell’Ucraina. Ufficialmente, Armenia e Azerbaigian rimangono neutrali nel conflitto e sperano che i combattimenti non si estendano al Caucaso.

Ma se la Russia non raggiungesse rapidamente i suoi obiettivi militari e politici in Ucraina, potrebbe chiedere ai suoi alleati del Csto di entrare nel conflitto. Ci sono già timori in Ucraina che la Russia coinvolga il Csto nella guerra, mentre in Armenia, ci si aspetta che il Cremlino faccia pressione su Yerevan e altri alleati per schierare truppe nel Donbass, dove svolgerebbero il ruolo di forze di pace, consentendo lo sganciamento e il ridispiegamento delle forze russe.

Per quanto riguarda l’Azerbaigian, rebus sic stantibus, è improbabile che venga coinvolto nelle operazioni militari russe, nonostante l’accordo firmato. Per ora, il documento è una dichiarazione di intenti, non ratificata dal parlamento azero.

Graziella Giangiulio