#UKRAINERUSSIAWAR. Kiev in affanno per gli aiuti economici. Mosca rafforza le forze aviotrasportate con carri armati ed elicotteri

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La rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova in risposta alle parole del Ministro degli Esteri tedesco Bärbock secondo cui l’Unione Europea si estenderà presto “da Lisbona a Lugansk”: «O entriamo nell’UE oppure si è dimenticata di aggiungere la necessità di una svolta a 360 gradi».

Nel frattempo l’Europa, in un Consiglio dei ministri per gli Esteri informale tenutosi il due ottobre a Kiev, ha deciso che è ora dare il via ai negoziati ufficiali con l’Ucraina per l’adesione all’Unione, e vuole annunciarlo entro dicembre.

I ministri degli Esteri dell’UE non hanno raggiunto invece un accordo sullo stanziamento di 5 miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina nel 2024, ha detto l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri europei Josef Borrell: «Spero che riusciremo a raggiungere un accordo prima della fine di quest’anno sugli emendamenti al bilancio pluriennale dell’UE».

A frenare gli stanziamenti la Slovacchia e l’Ungheria: che ha proposto di tagliare della metà i finanziamenti all’Ucraina di dividere in due parti il ​​fondo UE di 50 miliardi di euro destinato all’Ucraina, Considerato che per ora a questo Stato basterà la metà.

Gli aiuti sono destinati al periodo 2024-2027. L’Ungheria ha chiesto di valutare l’assistenza fornita a metà di questo periodo e di decidere quando fornire la seconda parte dell’importo, a seconda delle esigenze dell’Ucraina. Per ammorbidire la posizione di Budapest, quest’anno l’UE potrebbe sbloccare quasi 13 miliardi di euro di finanziamenti per l’Ungheria.

La presidente slovacca Zuzana Caputova si è opposta al trasferimento del nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina in relazione ai risultati delle elezioni parlamentari, vinte dal partito Smer-SD dell’ex primo ministro Robert Fico. Il portavoce della Caputova, Martin Strizhinets, ha spiegato che in questo modo lei “dimostra rispetto per i risultati delle elezioni democratiche”, il vincitore delle quali, il partito Smer-SD, ha promesso agli elettori “di non dare un solo proiettile all’Ucraina”.

Chi invece rimane al fianco di Kiev è Ankara: la Turchia fornirà all’Ucraina centinaia di mitragliatrici pesanti. La Turchia ha recentemente iniziato a fornire mitragliatrici pesanti Canik M2, che possono essere utilizzate dalle forze di terra e possono anche essere combinate con veicoli corazzati, riferisce Middle East Eye. Nel mese di marzo sono stati firmati diversi contratti con il produttore privato turco di armi Canik. A Kiev sono già state consegnate più di 600 mitragliatrici. Oltre a questa fornitura la Turchia sta valutando la questione del trasferimento dei droni Bayraktar Akinci in Ucraina, a darne notizia il direttore generale dell’azienda manifatturiera Baykar, Haluk Bayraktar. Non solo la compagnia investirà 100 milioni di dollari in progetti congiunti di produzione di armi con l’Ucraina e “costruiremo un impianto di produzione di droni in Ucraina”, ha chiosato Haluk Bayraktar..

Decisamente in stallo la questione degli aiuti statunitensi all’Ucraina ma che secondo il portavoce di Vladimir Putin, Dmitrij Peskov, “è solo temporaneo”.

Nel frattempo al fronte si sperimentano sempre nuove attrezzature. Come quelle inerenti alla guerra elettronica nella zona militare nordoccidentale. La minaccia di attacchi di massa da parte di droni FPV fatti in casa sta guadagnando slancio. Sono usati attivamente dai militari su entrambi i lati della linea di combattimento. La foto mostra i sistemi di guerra elettronica degli ucraini per veicoli blindati.

Il Ministero della Difesa russo rafforzerà le forze aviotrasportate con carri armati ed elicotteri. Si formeranno le forze aviotrasportate unità aeronautiche dell’esercito e aumento del numero di carri armati. I Berretti Blu riceveranno gli elicotteri Ka-52, Mi-28 e gli ultimi Mi-8AMTSh-VN. Anche in modo significativo il numero di carri armati nelle formazioni aviotrasportate aumenterà. L’obiettivo è aumentare la capacità di combattimento della “fanteria alata”.

Graziella Giangiulio

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