Kherson è sotto il controllo dell’Ucraina a riferirlo nella mattina dell’11 novembre la Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino.
Sempre durante la mattinata del 11 novembre da fonti russe si apprende che alle: alle 5 del mattino, ora di Mosca, è stato completato il trasferimento delle truppe russe sulla riva sinistra del Dniepr. Si tratterebbe di più di 30.000 militari russi e circa 5.000 pezzi di equipaggiamento portati sulla riva sinistra del fiume. Anche le attrezzature da riparare sono state ritirate. Le unità hanno occupato posizioni fortificate pre-preparate.
Il ministero della Difesa ci ha tenuto a precisare che: «Durante il trasferimento, non è stato lasciato un solo pezzo di equipaggiamento militare e armi sulla riva destra, tutto il personale militare russo ha attraversato, non sono state consentite perdite di personale, armi, equipaggiamento e materiale del gruppo russo».
Più di 20 militari ucraini sono morti nel tentativo di bloccare l’attraversamento del fiume Dnpr alle truppe russe cadendo sui campi minati. Secondo la social sfera i militari ucraini hanno sparato anche su civili.
I sistemi di difesa aerea hanno abbattuto 28 razzi, cinque sono stati deviati dai bersagli dalla guerra elettronica.
Nel primo pomeriggio si apprende che un ponte è stato fatto saltare in aria dall’esercito russo vicino alla centrale idroelettrica di Kakhovka Hydroelectric Station e la bandiera ucraina sventola sopra l’edificio amministrativo della regione di Kherson.
Dopo il ritiro delle truppe oltre la linea del Dnepr, l’esercito ucraino ha aumentato l’intensità degli attacchi missilistici alla centrale idroelettrica di Kakhovka e alle infrastrutture civili di Novaya Kakhovka. Il ponte Antonivskyi è inutilizzabile, minato e fatto saltare per aria.
Soldati ucraini, nel pomeriggio dell’11 novembre sono apparsi nel centro di Kherson. La direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino ha annunciato il trasferimento della città sotto il controllo delle autorità di Kiev.
Il ministero per la Difesa russo ha riferito che: «Le formazioni e le unità militari delle forze armate russe ritirate dalla sponda destra occupano le linee difensive e posizioni fortificate in termini ingegneristici» e ha concluso: «Per due giorni l’avanzamento delle unità ucraine in determinate direzioni non è stato superiore a dieci chilometri. Il fuoco dell’artiglieria russa, gli attacchi aerei e l’uso di campi minati hanno fermato le unità delle forze armate ucraine a una distanza di 30-40 chilometri dall’area di attraversamento del fiume Dnepr».
Nel frattempo il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha annunciato una raccolta fondi per la creazione della prima flotta al mondo di droni marini. E lo stesso presidente dell’Ucraina ha pubblicato filmati della produzione degli stessi droni utilizzati per attaccare le navi russe vicino a Sebastopoli.
Graziella Giangiulio