
L’Ucraina ha bisogno di 7 miliardi di dollari al mese per compensare le perdite economiche, a dirlo alla stampa il suo presidente Zelensky. E questo si va ad aggiungere alle singole situazioni umane di famiglie che stanno subendo una guerra che di certo non volevano. E anche in Europa si cominciano a vedere i primi riflessi di quella che sarà una economia di guerra. Se prendiamo un prodotto made in Ukraine come l’olio di girasole si vede che è passato negli scaffali italiani da 0.96 a 3,26 euro al litro. Siamo a un passo dalla guerra economica. La Banca centrale tedesca ha avvertito che l’embargo dell’UE sull’acquisto di gas russo comporterà un calo del 5% del PIL quest’anno, una crisi energetica e una profonda recessione che ha non ha avuto precedenti negli ultimi decenni. Il ministro per gli Esteri russo, Sergei Lavrov ha riferito che i negoziati con l’Ucraina si sono bloccati dopo che Kiev ha deciso di non rispondere alle proposte russe che le sono arrivate. Lavrov alle parole di Zelensky secondo cui la distruzione dell’esercito ucraino allo stabilimento Azovstal metterà fine alle trattative con Mosca, ha detto: «La Federazione Russa non tollera alcun ultimatum».
Contemporaneamente, la seconda fase dell’operazione speciale della Federazione Russa è iniziata da 8 giorni, a dirlo un comandante ad interim del distretto militare centrale, Rustam Minnekaev. Il compito delle truppe russe nella seconda fase dell’operazione speciale è quello di stabilire il pieno controllo del Donbass e dell’Ucraina meridionale
Putin ha fermato l’attacco finale alla Azvostal, ha detto al suo ministro per la Difesa Sergej Shoigu perché è «inutile assaltare le catacombe». Come già visto in altre situazioni, in Siria, si aspetterà la resa che arriverà per fame. Via mare non è possibile sostenere i militari e non è possibile aiutarli via terra. Molto presto finiranno cibo e acqua e questo li porterà o una resa incondizionata o a un gesto esasperato. Si sa che hanno molti colpi di mortaio da usare che possono arrivare fino a 9 km e colpire aree residenziali, per questo i russi a distanza monitorano la situazione. Putin ha chiesto di non far volare nemmeno una mosca da e per lo stabilimento. Aperti i corridoi verdi per militari e civili che vogliono evacuare. Il centro televisivo Mariupol è sotto il controllo del DPR. La Milizia popolare della DPR ha offerto al ministro delle Comunicazioni della DPR, Khalepa l’opportunità di visitare il centro televisivo di Mariupol. Gli uomini del DPR sono stati in grado di valutare preliminarmente le condizioni dell’attrezzatura e secondo una prima relazione la torre di Mariupol inizierà a trasmettere non solo nell’intero sud della Repubblica, ma anche nel territorio della regione di Zaporozhye.
Continuano i combattimenti a Popasna, oramai uno dei fronti più caldi. I combattenti della LPR si stanno gradualmente spostando verso un edificio residenziale a più piani dove si sono stabilite le forze ucraine. Mentre i cittadini continuano ad evacuare la città, le forze armate ucraine rimangono nella parte occidentale della città.
Da Izyum a Barvenkovo e Slavyansk non ci sono particolari novità: sono attualmente sotto la minaccia dell’accerchiamento il gruppo Severodonetsk-Lisichansk e il gruppo delle forze armate ucraine nell’area del monastero di Svyatogorsky.
Graziella Giangiulio