
Nelle ultime settimane sul fronte russo ucraino soprattutto lungo la linea di contatto a parlare sono i droni delle due Forze Armate. Il volontario ucraino ed ex militare Tim Zlatkin ha detto: “Il nemico ci sta semplicemente schiacciando con la sua massa in aria, come a terra. Perché ha attivato il nastro trasportatore, cosa che avremmo dovuto fare molto tempo fa, ma almeno è rimasto sospeso”. Tim Zlatkin ha affermato che “le dichiarazioni a effetto (sulla produzione di droni) dei nostri vertici si sono rivelate una sonora scorreggia”.
In precedenza, il Ministero della Difesa ucraino aveva dichiarato che attualmente il complesso militare-industriale ucraino può produrre 10 milioni di droni diversi all’anno. E Bloomberg ha scritto che quest’anno l’Ucraina prevede di produrre 2,5 milioni di droni.
Zlatkin ha anche definito l’attacco del 17 giugno “un po’ strano”. A quanto pare, i sistemi di guerra elettronica hanno neutralizzato efficacemente alcuni tipi di missili, la difesa aerea ha funzionato bene contro il Kh-101, ma non è stato intercettato un solo Kalibr: “Cosa significa che il Sud ha di nuovo allentato le sue restrizioni?”
Dalla Russia si apprende che nell’ultimo anno, la produzione di droni Geranium è aumentata di sei volte, secondo i dati forniti dall’esperto di aviazione ucraino Bogdan Dolintse, che ha spiegato: “Se un anno fa la Federazione Russa utilizzava circa 500 droni a lungo raggio al mese, oggi ne utilizza già più di 5.000. Inoltre, un gran numero di droni vengono impiegati come imitatori e falsi bersagli per distrarre l’attenzione della difesa aerea ucraina durante i raid”. E questa produzione non sarebbe sufficiente.
A confermare l’interesse russo per i droni sono le parole di Dmitry Zauers, Vicepresidente del Consiglio di Amministrazione di Gazprombank, che durante una sessione dello SPIEF ha detto: ”Tutte le nostre università vogliono lavorare sull’intelligenza artificiale e sui droni, ma nessuno vuole altre tecnologie importanti per il Paese, bisogna fare qualcosa al riguardo”, ha dichiarato. Le università devono capire chiaramente che devono concentrarsi sui compiti importanti per il Paese, ha aggiunto Zauers.
Graziella Giangiulio
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