#UKRAINERUSSIAWAR. Donbass, scontri su tutta la linea del fronte

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Gli Azov si sono arresi alla Russia uscendo dallo stabilimento Azovstal – il ministero della Difesa russa ha mostrato un video in cui si contano 265 militari – e sono stati trasportati in Donbass per ricevere le prime cure e assistenza medica e anche alimentare. I corrispondenti militari, invece, nel pomeriggio del 17 maggio parlano di 2500 persone e definiscono così la situazione nelle acciaierie: «Circa 404 i militanti che si erano stabiliti nel seminterrato dell’impianto sono feriti, altri 55 sono gravemente feriti, cioè non sono in grado di muoversi autonomamente. Circa 200 persone sono morte. Almeno 3 persone nello stabilimento sono prigionieri russi (un ufficiale e 2 soldati). Dei militanti insediati, 804 provengono dal battaglione Azov, il resto proviene dalla 53a, 54a, 56a brigata, dalla 36a brigata marina, dal 1o battaglione della 501a, 503a brigata, 12 Brigata della Guardia Nazionale».

E mentre la stampa internazionale ha acceso i riflettori sugli eventi di Mariupol è attesa la decisione della Corte Suprema della Federazione Russa: il 26 maggio, la Corte Suprema della Federazione Russa infatti esaminerà il caso sul riconoscimento del battaglione Azov come organizzazione terroristica e sul divieto delle sue attività in Russia, riferisce il ministero della Giustizia della Federazione Russa. Questo implicherebbe che gli Azov potrebbero essere giudicati dai giudici russi come terroristi e non come prigionieri di guerra.

La Russia ha fatto sapere che non parteciperà ad alcun formato di lavoro del Consiglio d’Europa, incluso il PACE, a parlarne è stato Kostantin Kosachev, diplomatico e vicepresidente della DUMA. Non solo, il ministero per gli Affari Esteri ha fatto sapere che i negoziati con l’Ucraina non sono in corso, Kiev si è effettivamente ritirata da questo processo.

L’Ucraina nel frattempo rende noto che sta subendo economicamente e non solo militarmente la guerra. Antonkha Gerashchenko – Consigliere del ministero degli Affari Interni dell’Ucraina ha lamentato i rincari a Leopoli: «Nell’Ucraina occidentale, i prezzi degli affitti sono triplicati, quadruplicati! In alcuni hotel di Leopoli, il prezzo è balzato almeno due volte! E dov’è la compassione? Dov’è il desiderio di aiutare quegli ucraini che hanno perso la casa o sono fuggiti dai bombardamenti. Questo si chiama saccheggio!».

E ancora il capo della Banca nazionale ucraina, Kirill Shevchenko, ha affermato che le perdite dell’Ucraina dovute alle ostilità ammontano al 50% del Pil e la Banca nazionale potrebbe abbandonare la politica di un tasso di cambio fisso della grivna al livello di UAH 29,25/USD.

Il 16 maggio, sempre i media ucraini hanno fatto sapere che tra tre mesi di guerra, si dovranno tagliare pensioni e stipendi dei dipendenti pubblici. L’Ucraina dunque è sull’orlo del fallimento. A questo si aggiunga che se Putin non accetterà lo scambio dei prigionieri di guerra l’Ucraina dovrà arruolare e mandare al fronte uomini e donne non addestrati a tale compito. E quindi sarà difficile per loro anche con una enorme quantità di armi nuove e continuamente rifornite reggere un fronte.

Questo significa che l’Ucraina è destinata, stando così le cose, a capitolare: è solo questione di mesi. Nella giornata del 17 maggio circa 16 mila militanti ucraini sono entrati nel “calderone” vicino a Severodonetsk e Lisichansk a darne notizia l’assistente del capo del ministero degli Affari interni dell’LPR Kiselev. Lo stesso ha spiegato che, secondo le informazioni disponibili, il compito principale degli ucraini nell’area è la distruzione delle infrastrutture.

Ripetiamo che il calderone è la tecnica per cui chi finisce all’interno non è in grado di ricevere rifornimenti e può solo combattere fino all’ultimo proiettile poi si attende la resa o per fame o per fine munizioni.

Il ministero per la Difesa della Russia ha fatto sapere nel briefing mattutino che: «I missili lanciati hanno distrutto le riserve ucraine che stavano completando il coordinamento del combattimento nei centri di addestramento vicino ad Akhtyrka nella regione di Sumy e a Desna nella regione di Chernihiv»

E ancora «i missili lanciati dall’aria hanno colpito 2 posti di comando e un centro di comunicazione, tra cui la 30a brigata meccanizzata vicino a Bakhmut, 28 aree di concentrazione di manodopera e attrezzature dell’esercito ucraino, 2 depositi di missili e artiglieria vicino a Ugledar e Konstantinovka nella DPR».

«Distrutta una sottostazione elettrica di trazione nei pressi della stazione di Merefa nella regione di Kharkiv, che assicurava la consegna di armi ed equipaggiamenti dagli Stati Uniti e dai Paesi occidentali al Donbass. Nell’area di Chernobaevka nella regione di Kherson sono stati intercettati 8 razzi della MLRS “Smerch”». Inoltre riferisce sempre il Ministero dalle 10.00 alle 11.00 militari ucraini di “Smercha” hanno colpito le zone residenziali di Kherson, la difesa aerea russa ha intercettato tutti i 10 missili.

A Izyum, le forze armate ucraine mantengono le loro posizioni grazie all’uso di cannoni e artiglieria. A essere colpita soprattutto è l’aviazione ucraina. Continua anche la controffensiva ucraina a Kharkiv che comunque non sta portando i risultati sperati.

Per quanto concerne la linea del Donbass la social sfera fa sapere che il 17 maggio si registravano scontri su tutta la linea: «Direzione Kharkiv: Ucraini trincerati a Ternov. Le informazioni sull’attraversamento dei Seversky Donet nell’area di Stary Saltov non sono confermate. Sud – nessun cambiamento».

ARCO PAVLOGRAD: sul fianco settentrionale dell’arco (da Izyum a Popasnaya) – nell’area di Izyum, continuano i combattimenti nell’area di Dolgenkiy e sugli avvicinamenti all’autostrada Barvenkovo-Slavyansk. Nella zona di Oskol, il raggruppamento delle Forze armate ucraine è diviso in due parti: con un centro a Svyatogorsk e con un centro a Krasny Liman. Non ci sono informazioni sui combattimenti nell’area dell’agglomerato di Severodonetsk, i combattimenti continuano a Toshkovka e sugli approcci a Gorsky, l’artiglieria sta lavorando attivamente insieme a Zolote.

Fronte Centrale (da Popasnaya a Marinka) – a nord di Popasna le forze del LPR sono entrate a Kamyshevakha. In direzione di Artemovsk, sono in corso combattimenti sulla strada per Pilipchatino. A sud, in direzione Svetlodar, è stato liberato il villaggio di Novozvanovka. Novoselovka II è stata presa nell’area di Avdiivka, avanzando verso Novgorodskoye. Ci sono informazioni sull’ingresso delle forze della DPR a Novomikhailovka, che si trova a sud di Maryinka.

Fianco meridionale dell’arco (dal fiume Dnepr a Maryinka) – la linea del fronte è invariata.

Direzione Kherson-Nikolaev – la linea del fronte è invariata: il Mar Nero – Aleksandrovka – Maksimovka – Snigirevka – Vysokopolie – il fiume Dnepr.

Graziella Giangiulio

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