
Oggi è il gran giorno e si scoprirà se verrà o meno effettuato il lancio da Baikonur. Al momento non ci sono problemi tecnici, ma crescono quelli politici. Roscosmos ha chiesto che la Gran Bretagna si ritiri dagli azionisti di OneWeb per lanciare satelliti su un razzo russo. Mentre la Gran Bretagna ha fatto sapere che non ci pensa proprio e non ha intenzione di dare garanzie sull’utilizzo delle informazioni che riceverà.
E mentre a Baikonur, il lavoro sul programma di lancio è stato completato. Si attendono gli esiti della riunione della Commissione di Stato per decidere l’inizio del rifornimento del veicolo di lancio e la prontezza del lancio è prevista per le 21.30 del 4 marzo. Se entro quella data non riceveremo una risposta alle richieste di Roscosmos agli azionisti di OneWeb e Arianespace, la Commissione di Stato deciderà di fermare i lavori sul complesso di lancio e di mettere fuori uso il veicolo di lancio, lo stadio superiore e il carico utile.
Supponiamo che visto che è coinvolta anche Arianespace francese in questa operazione, nella telefonata di un’ora tra il presidente Emmanuel Macron e Vladimir Putin del 3 marzo si sia parlato anche del lancio del razzo.
Il numero uno Roscosmos, Rogozin, intanto, rivela che vi è stato un tentativo da parte degli hacker ucraini di disattivare la costellazione spaziale della Russia è un casus belli, cioè un pretesto per la guerra, ha avvertito Rogozin. Ha ricordato la responsabilità di coloro che cercano di mettere in scena cyberattacchi sui sistemi Roscosmos: «In realtà questo è un crimine che dovrebbe essere punito molto duramente. Cercheremo coloro che hanno organizzato [gli attacchi]. Consegneremo tutto il materiale necessario all’FSB, al Comitato Investigativo e alla Procura Generale».
Rogozin, ha aggiunto che il sistema di sicurezza ha respinto tutti gli attacchi. Inoltre ha segnalato la possibilità e il pericolo di caduta di veicoli spaziali sulla Terra a causa di cyberattacchi sui sistemi di controllo: «Sulla testa di chi cadranno? Se su Londra, per esempio, o su Berlino, sul signor Scholz, è una domanda. Se cade su, diciamo, dei civili, è un’altra questione. Non sarà un bene per nessuno».
Antonio Albanese