#UKRAINERUSSIAWAR. Controffensiva ucraina grazie anche a 50.000 droni. Mosca, inizia la produzione di pistole antidrone

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Secondo la CNN dopo l’incidente dell’UAV Reaper, cambiano le rotte dei droni americani nella regione del Mar Nero che limitano però la capacità degli Stati Uniti di raccogliere informazioni, citando una fonte ben informata del Pentagono.

Un altro funzionario statunitense sempre in forma anonima, commentando le nuove rotte, le ha definite parte di uno sforzo dell’Amministrazione del presidente Joe Biden, che ha affermato di continuare a evitare accuratamente qualsiasi incidente che potrebbe degenerare in un conflitto diretto con le forze russe. Il funzionario ha affermato che i voli di droni a distanza continueranno “per un po’”, anche se c’è “appetito” per tornare su rotte vicine al territorio russo.

Nel frattempo in Russia, a scanso di equivoci una nuova regione ha messo il divieto di volo per i droni. A darne notizia il governatore di Stavropol, Vladimir Vladimirov che ha imposto il divieto di utilizzo di nella regione dei droni civili.

Sul versante ucraino invece, Kiev ha formato le prime tre compagnie d’attacco di veicoli aerei senza pilota (UAV) pronti per le operazioni di combattimento, ha dichiarato il 28 marzo il ministro della Trasformazione digitale del paese Mikhail Fedorov.

«Oggi, le prime tre compagnie d’attacco dell’UAV sono già pronte per la battaglia. Insieme ai partner, sono completamente equipaggiate. Sono stati consegnati camioncini, elicotteri d’attacco e Starlink. Tutti i droni sono di fabbricazione ucraina. Equipaggiamento per le compagnie d’attacco di l’esercito di droni è stato acquistato da donatori privati», ha detto Fedorov.

Sono stati numerosi i tentativi di raggiungere il suolo russo portando a termine missioni di attacchi su depositi di munizioni o impianti petroliferi alcuni andati a buon fine altri no.

Secondo il Wall Street Journal artiglieria e sistemi di razzi a lancio multiplo saranno un elemento chiave per supportare le forze di terra in un possibile tentativo dell’Ucraina nei prossimi mesi, dal momento che Kiev non sarà in grado di fornire la supremazia aerea, come prescritto dalle pertinenti dottrine della NATO, a causa di un insufficiente numero di aeromobili.

Secondo fonti social l’esercito di droni messo in campo per le forze ucraine ammonta a 50mila droni fonte Forbes. Il segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina Danilov ha deciso di mostrare che l’Ucraina è in grado di attaccare con di migliaia di UAV a lungo raggio che possono coprire distanze fino a 3.000 km.

A coadiuvare l’esercito dei droni ucraini insieme all’ottica di imaging termico, il sistema Starlink che è diventato un elemento essenziale nel sistema di controllo del combattimento delle forze armate dell’Ucraina.

E se nel 2021 solo una cerchia abbastanza ristretta di “smanettoni” e appassionati di tecnologia parlava dell’Internet satellitare Starlink dell’azienda SpaceX di Elon Musk. Nel 2022-23, la parola Starlink è familiare a chiunque segua il conflitto russo-ucraino.

Starlink è un sistema satellitare globale implementato da SpaceX per fornire accesso a Internet via satellite a banda larga ad alta velocità. Lo sviluppo del progetto è iniziato nel 2015, i prototipi di test sono stati lanciati con successo il 22 febbraio 2018. Al momento, la costellazione dei satelliti ha più di 3.270 unità.

I russi in risposta alla flotta di droni ad uso ucraino ha iniziato nella regione di Kursk la produzione di pistole anti-drone. (vedi foto). Il cosiddetto PARS può atterrare con la forza o inviare un drone nemico sul sito di decollo. Si tratta di pistole elettromagnetiche. Quasi subito dopo l’apparizione in aria, gli UAV hanno perso il contatto con il pannello di controllo e sono stati messi a terra.

Il sistema è collaudato ogni giorno nei territori russi, al confine con l’Ucraina, per far atterrare i droni di piccole dimensioni che volano a bassa quota dall’Ucraina verso la Russia.

Alla flotta di droni aerei ora vanno aggiunti quelli marittimi, usati dagli ucraini per attaccare Sebastopoli senza troppo successo, ora la Turchia, dal 29 marzo, ha lanciato per la prima volta un missile da crociera da un UAV di superficie marittimo. A darne notizia Ismail Demir, capo della difesa turca, dipartimento dell’industria: «Continuiamo ad aggiungere nuove capacità ai nostri veicoli marini senza pilota. Il lancio del missile da crociera a propellente solido KUZGUN è stato effettuato per la prima volta da MARLIN, le munizioni guidate sono state sparate per la prima volta da un drone marino da combattimento».

Graziella Giangiulio

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