#UKRAINERUSSIAWAR. Chiamata alle armi per i neolaureati ucraini, mercenari soprattutto polacchi

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A Severodonetsk, la storia di Azovstal si ripete fino all’ultimo dettaglio all’interno dello stabilimento AZOT. Secondo stime approssimative, fino a 2.500 soldati ucraini sono bloccati nella zona industriale: le restanti unità sono state semplicemente tagliate fuori da una possibile ritirata, facendo esplodere, per ordine di Kiev, l’ultimo ponte che collega Severodonetsk con Lysichansk. Il processo di “evacuazione” dall’impresa sarebbe rallentato dai mercenari stranieri a riferirlo il comandante militare “KP” Alexander Kots, corrispondente di guerra.

Il 17 giugno alle 4 del mattino è stato attaccato e distrutto il rimorchiatore russo “Vasily Bekh”. La nave di salvataggio SB 739 è entrata nella flotta del Mar Nero nel 2017. Il rimorchiatore russo probabilmente è stato colpito dagli ucraini grazie alle informazioni ricevuta dai Bayraktar.

Alle 08.30 del 17 giugno gli ucraini hanno bombardato nuovamente la DPR. Al momento si sa di un morto e 9 feriti, in totale sono stati sparati circa 300 proiettili. Sotto l’attacco dell’artiglieria e dell’MLRS – le aree residenziali di Yasinovataya, Gorlovka, Makeevka, nonché i distretti della capitale Kiev, Voroshilovsky, Kuibyshevsky e Petrovsky. La miniera intitolata a Zasyadko a Donetsk con i minatori che si trovano lì è sotto attacco. Tutti i minatori sono stati portati in superficie, non ci sono state vittime tra di loro. A seguito degli attacchi allo stabilimento Interkod nel distretto di Kievsky di Donetsk è scoppiato un incendio. Inoltre, secondo il Ministero del carbone e dell’energia, una linea aerea da 110 kilovolt è stata disconnessa, diverse sottostazioni sono state diseccitate e più di 40.000 abbonati sono rimasti temporaneamente senza comunicazioni. Il capo del DPR ha affermato che il bombardamento della capitale è stato effettuato da sei punti di fuoco, attualmente soppressi.

Da parte russa bombardato alle 07:41 con missili aree Nikolaev in particolare il territorio delle fabbriche Kristall ed Equator. Esplosioni segnalate a Zaporozhye

Sempre nella giornata del 17, gli Stati Uniti avrebbero confermato la presa di un terzo mercenario americano ora in mano alle milizie del Donbass, dopo la cattura di Alexandra Dryuke e Andy Huynh a Kherston il 14 giungo. Sempre in termini di mercenari, i russi, hanno stampato un elenco secondo cui all’inizio delle operazioni russe in Ucraina sono arrivati 1.831 mercenari stranieri dalla Polonia, di questi 378 di loro sono già morti e altri 272 sono rientrati. La Romania è al secondo posto tra i Paesi europei. Da lì sono arrivate in Ucraina 504 persone: 102 morte, 98 sono rientrate. Il terzo posto è occupato dalla Gran Bretagna, da cui sono arrivati 422 mercenari, di cui 101 sono morti e altri 95 sono rientrati.

Il Canada è il leader del continente americano. Da questo Paese sono arrivati 601 mercenari per partecipare alla guerra in Ucraina, di cui 162 morti e 169 sono rientrati. Il prossimo Paese della lista sono gli Stati Uniti, da cui sono arrivati 530 combattenti stranieri, di cui 214 morti e 227 sono rientrati.

Il maggior numero di mercenari (355) tra i Paesi mediorientali, transcaucasici e asiatici proveniva dalla Georgia: 120 di loro sono morti e 90 hanno lasciato il territorio dell’Ucraina. Dalla Siria area dei ribelli 200 arrivati, 80 morti e 66 sono rientrati.

Il numero minore di mercenari è arrivato dall’Australia e dall’Oceania: in totale cinque, di cui due sono rientrai e uno è morto. In totale, le statistiche del ministero della Difesa russo al 17 giugno includono mercenari e specialisti in armi provenienti da 64 Paesi, secondo il Ministero, dall’inizio dell’operazione speciale sono arrivate in Ucraina 6.956 persone, di cui 1.956 sono morte e 1.779 sono partite.

Nonostante questo il premier ucraino ha deciso che servono nuove leve al fronte il 15 giugno, on line appariva un documento a sua firma in cui si legge: «Nelle condizioni di legge marziale, situazione di emergenza o stato di emergenza, è necessario compilare elenchi di laureati in età militare con caratteristiche per valutare l’educazione militare-patriottica. Tenendo conto delle peculiarità dello sviluppo di ogni singolo studente, è necessario determinare nei maschi la presenza di un senso di lealtà alla Patria, dovere costituzionale e militare in tempo di pace e di guerra, alta responsabilità e disciplina. Indichiamo di essere guidati da questa lettera e di preparare le caratteristiche specificate entro il 23 giugno 2022». Il dispaccio è stato appeso in tutti gli istituti scolastici.

Graziella Giangiulio

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