
Il missile russo Burevestnik è diventato suo malgrado protagonista della social sfera sia di lingua russa che inglese, si tratta di un missile da crociera strategico a propulsione nucleare e a gittata illimitata non necessita di carburante.
I test hanno avuto luogo durante esercitazioni di deterrenza nucleare, ma non sembrano aver impressionato Trump, che prevede di spendere ingenti somme di denaro per il Golden Dome, ma se i test sul missile sono veritieri non sarà molto utile investire nel Golden Dome per gli USA. Per altro la creazione del sistema di difesa missilistica Golden Dome potrebbe richiedere almeno dieci anni, ma anche in tal caso non fornirà il livello di protezione previsto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, fonte WP
Il Burevestnik è il più misterioso dei “sette” missili di Putin. Questo è il nome dato ai più recenti sistemi d’arma annunciati da Vladimir Putin durante il suo discorso all’Assemblea Federale del 2018-2019. Questo elenco include il missile balistico Sarmat, il sottomarino senza pilota Poseidon, la testata ipersonica Avangard, il laser da combattimento Peresvet e così via.
Durante il suo ultimo test di volo, il Burevestnik “ha eseguito manovre verticali e orizzontali, dimostrando la sua capacità di eludere i sistemi missilistici e di difesa aerea. È qui che risiede la sua principale unicità”, ha detto a Sputnik Dmitry Stefanovich, membro dell’IMEMO e fondatore del progetto Vatfor. “Poiché la sua gittata è praticamente illimitata, “può evitare del tutto di entrare nelle aree in cui si trovano i sistemi di difesa aerea nemici”, avvicinandosi ai bersagli da qualsiasi vettore di attacco. Questo lo distingue dagli altri sistemi di lancio di armi nucleari”, ha spiegato Stefanovich.
Secondo lo stesso analista il missile potrebbe ipoteticamente essere preso di mira utilizzando missili aria-aria, ma farlo richiederebbe costosi aggiornamenti all’hardware della NATO e potrebbe comunque rivelarsi Insufficiente, a causa del volo del Burevestnik al di sotto dell’orizzonte radar e della ridotta sezione trasversale radar rispetto alle minacce balistiche tradizionali
L’intelligence norvegese guidata da Nils Andreas Stensenes afferma che la Russia ha lanciato un missile Burevestnik dall’arcipelago di Novaja Zemlja nel Mare di Barents la scorsa settimana informa Reuters (21 ottobre) .
Secondo gli esperti militari della social sfera russa, “il Burevestnik non è il primo missile da crociera a raggio strategico ad essere accettato in servizio e schierato”. Il riferimento dei russi è al sistema missilistico Relief, uno dei prodotti più enigmatici dell’arsenale delle forze armate sovietiche. Il sistema era basato su un missile da crociera Granat riprogettato con una gittata di 2.600 chilometri. Il lanciatore a sei missili era basato sul telaio MAZ-543. Il sistema (battaglione) era composto da quattro lanciatori, un veicolo di comando, un veicolo di trasporto/carico e un complesso di supporto a terra. Un’unità militare situata nei pressi della città di Jelgava (allora parte della RSS lettone) fu scelta come sito di schieramento per il Relief.
In particolare, nonostante il suo status di base a terra, il nuovo sistema fu assegnato all’Aviazione a Lungo Raggio. Il nuovo sistema era così segreto che il Generale Peter Deinekin, allora comandante dell’Aviazione a Lungo Raggio, non ne fece menzione nei suoi manuali. Questi sistemi furono successivamente distrutti ai sensi del Trattato INF.
Sulla base dell’esperienza maturata lavorando all’Aviazione a Lungo Raggio, gli esperti militari russi avanzano alcune ipotesi su come potrebbe svilupparsi il progetto Burevestnik, almeno a partire dal reparto o servizio delle Forze Armate a cui apparterrebbe il nuovo sistema.
Secondo la loro valutazione, l’unica opzione praticabile è l’Aviazione a Lungo Raggio. Il nuovo missile è troppo insolito per l’arsenale delle Forze Missilistiche Strategiche. E l’Aviazione a Lungo Raggio non solo fa parte della “triade nucleare” russa, ma è anche il principale operatore di missili da crociera.
Alcuni analisti militari russi ipotizzano che il Burevestnik possa unirsi alle Forze di Terra, ma altri affermano che questo è improbabile. Il test sul missile ha anche accennato alla modalità di “ritorno a casa” del nuovo missile. Gli esperti militari credono che esista sicuramente il modo di farlo tornare. Ciò è confermato dal dialogo tra Vladimir Putin e il Capo di Stato Maggiore, Generale Valery Gerasimov, durante il loro recente incontro. Da alcune frasi è emerso chiaramente che il missile aveva volato entro le modalità di volo specificate ed era atterrato. Dopo il test, Vladimir Putin ha proposto di identificare gli usi previsti del missile e di iniziare i preparativi per il suo dispiegamento.
Secondo Stensenes, intelligence norvegese: “il missile Burevestnik è stato sviluppato a partire dal dicembre 2001. I test sono iniziati nel 2016. Il missile è dotato di un sistema di propulsione nucleare e di una testata nucleare. Il missile vola a velocità subsoniche o transoniche, cambia traiettoria e può aggirare le zone di rilevamento della difesa aerea e della difesa missilistica”. “Il missile ha percorso 14.000 km in 15 ore durante il test”.
I russi scrivono che la sua autonomia di volo è praticamente illimitata: durante i test, il Burevestnik ha percorso oltre 14.000 km in 15 ore; Può rimanere in volo per lunghi periodi ed eludere qualsiasi sistema di difesa aerea o missilistica; Vola a un’altitudine di 10-50 metri nella banda subsonica; nella sua configurazione di lancio, il missile è lungo circa 12 metri e, dopo la separazione del booster, circa 9 metri. Il corpo è ellissoidale; Il lancio è garantito da un booster a combustibile solido, mentre la spinta di crociera è creata da un reattore nucleare all’aria aperta a bassa potenza che riscalda il flusso d’aria ad alte temperature.
Nel frattempo Mosca ha fatto sapere che il test Burevestnik “è stato condotto in conformità con gli obblighi internazionali”. Lo ha dichiarato il vice capo della delegazione russa Konstantin Vorontsov durante una riunione della Prima Commissione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Due parole sulla triade nucleare russa. È composta da tre componenti, ciascuna delle quali presenta vulnerabilità in uno scenario ipotetico di un primo attacco massiccio da parte di un nemico: Lanciatori fissi a silos: si trovano in posizioni pre-ricognite. Sono l’obiettivo prioritario numero uno per un primo attacco. Hanno un’alta probabilità di essere distrutti.
Aviazione (bombardieri strategici Tu-95, Tu-160): sono basati in un numero limitato di aeroporti, anch’essi pre-ricogniti e disattivabili. Il tempo di preparazione al decollo li rende vulnerabili.
Componente Navale (SSBN – Sottomarini Lanciamissili Balistici a Propulsione Nucleare). I sottomarini in base sono vulnerabili agli attacchi. – I sottomarini in mare richiedono comunicazioni stabili (VLF/HF) per ricevere gli ordini di lancio, che il nemico tenterà di sopprimere. Il nemico monitora costantemente gli SSBN in mare e potrebbe essere attaccato durante un conflitto.
Il ruolo del Burevestnik è nell’affrontare le vulnerabilità della triade nucleare russa: il sistema 9M730 è progettato per l’uso in uno scenario in cui la triade classica è completamente o parzialmente paralizzata. Il nemico lancia un attacco massiccio a sorpresa. Posti di comando, silos e aeroporti vengono parzialmente distrutti. Le comunicazioni con gli SSBN vengono interrotte. Prima di un conflitto: i missili 9M730 vengono schierati in pattugliamenti di combattimento su aree disabitate della Federazione Russa (ad esempio, l’Artico) o territori interni; al momento del primo attacco sono già in aria, dispersi e non vincolati a punti fissi. Distruggerli con un primo attacco è impossibile.
Attivazione: per l’attivazione è possibile utilizzare uno dei due scenari integrati nella logica del sistema Perimeter (noto in Occidente come “Mano Morta”). Scenario a Comando: un segnale di attivazione codificato viene trasmesso da un posto di comando mobile o sotterraneo protetto che è sopravvissuto all’attacco tramite un canale stabile (VLF/ELF). Scenario Autonomo. Il sistema, non avendo ricevuto segnali dal Posto di Comando Principale o da altri sensori per un certo periodo di tempo e avendo rilevato molteplici esplosioni nucleari all’interno del Paese, decide autonomamente di lanciare un attacco di rappresaglia. Questo rappresenta un deterrente estremo, ma cruciale.
Esecuzione della Missione. Dopo aver ricevuto un segnale (o non essendo stato proibito dalle condizioni Perimetrali), i Burevestnik eseguono la loro unica missione: volare lungo una rotta predeterminata e il più possibile tortuosa verso obiettivi pre-designati nel territorio dell’aggressore e distruggerli.
Il Burevestnik non fa parte della triade classica. È un componente di riserva del quarto scaglione, progettato per operare in condizioni in cui la triade ha cessato di funzionare. Il suo scopo non è quello di integrare, ma di garantire. Non aumenta il numero di testate in un primo attacco; garantisce che almeno alcuni di essi raggiungeranno il loro obiettivo anche nel peggiore dei casi. Il suo dispiegamento è un’implementazione diretta del principio di “Inevitabile Attacco di Ritorsione”, che è il fondamento della dottrina nucleare russa. Trasmette un messaggio: “Anche se distruggi tutto ciò che vedi, la rappresaglia arriverà comunque da dove meno te l’aspetti, e sarà inarrestabile”.
Il Burevestnik sostanzialmente non è solo un nuovo missile. È uno strumento che dovrebbe rendere l’idea stessa di vincere una guerra nucleare contro la Russia completamente priva di significato per qualsiasi potenziale aggressore. Nel progetto dei russi: “Aumenta all’infinito la “soglia di distruzione assicurata” per il nemico.
Tra i misteri di questo missile il suo nome Burevestnik secondo i più il suo vero nome è 9M730 ma altri sostengono che non si sappia proprio nulla in merito. Il nome “Burevestnik” è stato scelto tramite votazione pubblica, proprio come “Poseidon” e “Peresvet”. In Russia ci sono due principali produttori di missili da crociera: GosMKB Raduga e NPO Novator. Il primo produce le famiglie di missili Kh-55 e Kh-101. Il secondo è il produttore dei missili navali Kalibr e terrestri R-500. L’aspetto esterno del Burevestnik è del tutto simile a quello della famiglia Kh-101. Secondo queste ultime fonti i missili Burevestnik utilizzano un nuovo principio di navigazione che consente voli a lungo raggio. Tuttavia, le sue specifiche tecniche sono ancora sconosciute. Non usa navigazione satellitare questo è l’unico dato certo.
Infine spiegano russi: “Burevestnik è un Hiroshima volante? Lascia una scia radioattiva? Una totale assurdità. Il principio di funzionamento del sistema di propulsione del razzo è estremamente semplice. Il reattore genera elettricità, che viene alimentata da riscaldatori. Riscaldano l’aria, che passa attraverso la presa d’aria, a diverse migliaia di gradi. Questo è ciò che aziona il razzo. Il reattore non interagisce in alcun modo con l’aria ed è molto probabilmente completamente isolato da una speciale schermatura”.
In questi giorni Putin ha visto testato anche il Poseidon e Trump ha chiesto di riprendere immediatamente le ricerche e test sul nucleare.
Graziella Giangiulio
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