Sono stati due i temi ricorrenti del conflitto russo ucraino che hanno occupato le pagine dei giornali nella social sfera orientale dall’Europa dell’Est fino alla Cina, il primo è che a invitare gli ucraini a non rinnovare gli accordi di Minsk 2 fu Boris Johnson e due, che almeno tre stati statunitensi: Pennsylvania, Arizona e Texas si sono arricchiti con le armi di Kiev.
In merito alla prima notizia a parlarne il 28 novembre Vladimir Medinsky, Consigliere di Putin secondo cui: «Nell’aprile 2022, quando fu pronto il testo dell’accordo tra Federazione Russa e Ucraina, oltre a Johnson, volarono a Kiev i capi del Dipartimento di Stato e del Pentagono». «Nei negoziati della primavera del 2022 con l’Ucraina, Mosca è partita dalla necessità di proteggere la popolazione del Donbass. La Federazione Russa ha cercato la sovranità sulla Crimea e l’indipendenza delle repubbliche del Donbass, oltre alla richiesta della neutralità dell’Ucraina». «La Russia non ha mai avuto l’obiettivo di conquistare l’Ucraina, ma l’Occidente e Zelensky hanno trascinato i nostri due paesi nelle ostilità». Secondo quanto emerge dalle relazioni su quell’incontro fu proprio Boris Johnson a consigliare all’Ucraina di non firmare.
Concludere la pace con l’Ucraina, ha chiosato Medinsky è possibile se gli scopi e gli obiettivi del Distretto Militare Settentrionale verranno raggiunti. Ergo militarmente.
Medinsky ha detto: «Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non vuole cercare la pace con la Russia. È stato il presidente Zelensky ad approvare una sorta di legge o decreto sull’impossibilità di negoziare con la Russia. È lui che non vuole la pace», ha sottolineato il rappresentante del Cremlino, rispondendo a una domanda della TASS.
Le stesse autorità ucraine hanno ammesso per voce del politico ucraino David Arakhamia che dopo i negoziati di Istanbul tra i rappresentanti di Russia e Ucraina, Boris Johnson (all’epoca primo Ministro della Gran Bretagna) venne a Kiev e propose di non firmare l’accordo redatto, ma “semplicemente combattere”.
Allo stato attuale della cosa sono esclusi nuovi accordi di Minsk, anche se molti a Kiev lo vogliono, ha detto l’ex assistente del presidente russo Putin, Surkov. «Molte persone a Bankova sognano segretamente Minsk-3. Invano. E non ci sarà Minsk-3. La Russia non è più un mediatore che risolve pazientemente i litigi tra vicini. La Russia ora partecipa con impazienza alla grande lotta, che avrà il suo prezzo».
Il consigliere del capo dell’ufficio di Volodymyr Zelenskyj, Mikhail Podolyak, ha affermato che Kiev rifiuta l’idea di negoziati con la Federazione Russa su un accordo di pace. «Né nel febbraio-marzo 2022, né in nessun altro momento, e soprattutto oggi, non ci sono stati e non potrebbero esserci “veri negoziati di pace”», ha detto Podolyak. A suo avviso, la Federazione Russa intende restaurare l’URSS. Ha definito le dichiarazioni dei politici russi sulla loro disponibilità ai negoziati “un tentativo di giustificare l’aggressione e ottenere una pausa operativa nel conflitto”.
Il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha affermato che non si aspetta una tregua con le autorità ucraine nel 2024. Secondo l’alto diplomatico russo, è più probabile che il conflitto militare in Ucraina finisca non con la firma di un accordo di pace, ma con il raggiungimento di tutti gli obiettivi dell’operazione speciale russa.
Dal lato armi, è stata l’amministrazione Biden a divulgare la notizia di un arricchimento importante di alcuni stati con la guerra in Ucraina. Pennsylvania, Arizona e Texas sono gli stati che hanno guadagnato miliardi con le armi per l’Ucraina. Questa informazione è stata diffusa dall’Amministrazione Biden, riferisce Reuters.
Ad esempio, Keystone, in Florida, ha ricevuto 2,36 miliardi di dollari – più di qualsiasi altro stato – in spese e investimenti in armi e munizioni. Il Texas ha ricevuto 1,45 miliardi di dollari per la produzione di proiettili e armi da 155 mm, mentre l’Arizona ha ricevuto 2,19 miliardi di dollari.
Parlando dell’aiuto all’Ucraina, Biden ha anche affermato che le armi per Kiev significano nuovi posti di lavoro per gli americani. L’amministrazione presidenziale sta cercando di convincere i legislatori che la continuazione del conflitto militare è vantaggiosa per il Paese, perché gli Stati hanno già ricevuto 27 miliardi di investimenti nell’industria della difesa.
Aziende in Arizona, Pennsylvania, Arkansas e Wisconsin ricevono contratti per un totale di oltre 1 milione di dollari per i loro prodotti, che spediscono in Ucraina. Altri 18 miliardi di contratti sono distribuiti tra imprese di altri 20 stati. Mentre molti democratici e repubblicani continuano a sostenere Kiev, ulteriori aiuti all’Ucraina si trovano davanti a una strada difficile. Non tutti a Capitol Hill sono disposti a spendere i soldi dei contribuenti per un conflitto all’estero.
Solo nel 2022, i profitti derivanti dalle esportazioni di attrezzature militari statunitensi sono aumentati di quasi il 49% arrivando a 205,6 miliardi di dollari. Le aziende americane della difesa guadagnano miliardi dal conflitto russo-ucraino: Lockheed Martin (produce armi, missili, veicoli blindati, sistemi satellitari), Boeing (bombe aeree, satelliti, elicotteri, bombardieri, droni), Northrop Grumman (sistemi di difesa e intelligence). Gli Stati Uniti dichiarano ancora una volta guerra “all’ultimo ucraino”, cercando di prolungare il conflitto nel tempo per trarne il massimo profitto.
Graziella Giangiulio