Soldati ugandesi prigionieri degli Shebab

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GIAPPONE – Tokyo 14/09/2015. Il 13 settembre, il presidente ugandese Yoweri Museveni, ha confermato la notizia resa pubblica dagli Shebab secondo cui sei soldati ugandesi erano loro prigionieri in Somalia.

Stando a quanto riportato da Radio France International, duranre la sua visita in Giappone, Museveni ha confermato la cattura di sei soldati ugandesi della missione dell’Unione africana in Somalia (Amisom) da parte degli Shebab. L’ammissione di Museveni giunge dopo che gli Shebab avevano annunciato di star per rendere pubblici i nomi dei prigionieri, catturati il 1 settembre, durante l’attacco alla base di Jalane, sud di Mogadiscio: «I soldati sono in una prigione dei mujaheddin», aveva detto il portavoce degli Shebabl, Abdiaziz Abu Musab in un comunicato trasmesso dall’emittente RadioAndalus, «Sono in buona salute e presto daremo i loro nomi, gradi e altri dettagli», aveva detto nella dichiarazione senza specificare il numero di soldati catturati. I sei sono starti preso prigionieri dal battaglione Abu Zubair, che prende il nome da l’emiro somalo ucciso da un raid franco-statunitense nel 2014. Circa 50 soldati ugandesi dell’Amisom sono rimasti uccisi durante l’attacco alla base, come rivendicata dagli stessi Shebab che hanno parlato di «cinquanta crociati ugandesi».
Le perdite, prima minimizzate dal governo ugandese, erano state confermate da fonti militari occidentali: oltre cinquanta morti ugandesi, 25 somali e 50 altri soldati Amisom, le cui nazionalità non sono state rivelate, dispersi. Si tratta del secondo grande attacco contro un contingente di forze ugandesi: a giugno, 53 soldati ugandesi erano stati uccisi durante un attacco dei ribelli che avevano poi pubblicato le loro carte di identità su Internet.