UGANDA. Kampala fa pagare una tassa per usare WhatsApp

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Il parlamento ugandese ha imposto una tassa sull’uso dei social media nel tentativo di aumentare le entrate, ma l’opposizione dice che mira a soffocare le critiche al presidente Yoweri Museveni, al potere dal 1986. Agli utenti verranno addebitati 200 scellini, circa 0,0531, al giorno per servizi come Facebook, Twitter e WhatsApp. Ciò equivale a circa 19 dollari all’anno in un paese in cui il prodotto interno lordo pro capite era di circa 615 dollari nel 2016, secondo i dati della Banca mondiale.

Riporta Reuters che l’imposta è stata approvata il 30 maggio come parte di una revisione della legge sulle accise che dovrebbe entrare in vigore nel prossimo esercizio finanziario che inizia nel mese di luglio. Il ministero delle Finanze aveva detto che la tassa sarebbe stata applicata quotidianamente dagli operatori di telefonia mobile su ogni carta sim utilizzata per accedere a una qualsiasi delle piattaforme di social media.

I gruppi sostenitori dei diritti umani hanno denunciato la decisione del governo definendola «un nuovo strumento per soffocare la libertà di espressione e l’organizzazione dei cittadini che sfugge al controllo dello Stato (…) L’intenzione è quella di ridurre il ruolo sempre più centrale dei social media nell’organizzazione politica», ma le autorità hanno già smentito simili accuse.

Circa il 40 per cento dei 40 milioni di persone dell’Uganda usa internet, secondo i dati dell’Uganda Communications Commission. Facebook e WhatsApp sono ampiamente utilizzati in Uganda e in molti altri paesi africani. Il gruppo di difesa del digitale della World Wide Web Foundation afferma che i costi dei dati in Africa sono tra i più alti al mondo, un fatto che viene attribuito alla lenta penetrazione di Internet e al suo uso limitato anche per le persone collegate.

L’opposizione a Museveni, 73 anni, afferma che il suo governo impiega un’ampia gamma di tattiche per limitare il dibattito politico, calpestare i diritti civili e soffocare l’opposizione. Museveni ha vinto una serie di elezioni, ma i suoi oppositori dicono che queste sono state truccate a suo favore. Il suo principale rivale, Kizza Besigye, è stato imprigionato decine di volte da quando ha iniziato a correre contro di lui nel 2001.

Nelle ultime elezioni presidenziali del 2016, le autorità hanno bloccato l’accesso a Facebook, Twitter e WhatsApp, affermando che le piattaforme sarebbero state utilizzate dall’opposizione per mobilitare le proteste.

Luigi Medici