Ue: Strategie Regionali

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europaBELGIO – Bruxelles 16/07/13 – Lo sviluppo di un’Unione Europea suddivisa in aree geo-economiche costituisce sin dai primordi dell’Organizzazione una direzione vettoriale, complementare, se non alternativa, all’integrazione delle componenti statuali. Al momento, sono in attuazione due strategie di sviluppo macro-regionale, una per l’area del Mar Baltico (EUSBSR), adottata nel 2009; l’altra, per la zona del Danubio (EUSDR) approvata nel 2011. Ulteriori piani di sviluppo regionale, che interesserebbero la macro-regione adriatica e ionica, sono in attesa di ricevere responso; mentre, ancora timidi sono gli accenni ad un progetto macroregionale alpino.

Le strategie per il Baltico ed il Danubio, implementate dalla Commissione Europea, coinvolgono circa 20 stati, sia interni che esterni all’Unione; portando avanti un disegno di cooperazione basato sulla comunanza di specifici obiettivi territoriali, con relativa allocazione dei fondi ricevuti in base all’appartenenza a differenti geometrie amministrative.

Stando ai report della Commissione sulla messa in opera delle strategie regionali, vengono evidenziate centinaia di nuove iniziative e progetti indirizzati a formulare politiche condivise in settori di vitale importanza; senza escludere che l’approccio macro-regionale sarebbe in grado di creare reti capaci di influenzare – senza stravolgere le procedure – decisioni politiche a livello intergovernativo e sovranazionale. Quanto all’utilizzo delle risorse, l’integrazione geografica regionale intra-europea e con gli stati limitrofi, ha sinora portato ad un’ottimizzazione dei processi, facendo ritenere ragionevole una prosecuzione del trend.

Il passo successivo, sarà riuscire a integrare le strategie di sviluppo macro-regionale all’interno dei programmi relativi ai fondi europei di investimento e sviluppo, così come nei quadri di politici di sviluppo regionale e nazionale. Il tutto, in maniera tale da dispiegare le risorse amministrative necessarie all’implementazione di strategie, che da orizzontali diverrebbero trasversali e multilivello. Ossia, in grado di mostrare il valore aggiunto di una manovra concertata a livello europeo.

La Strategia europea di sviluppo per la Regione del Mar Baltico, accorpa attualmente 8 Stati membri – Svezia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania e Polonia –  alla Russia, che anela a una distensione delle proprie relazioni sul Baltico e con la vicina Norvegia. Tra i progetti andati a buon fine possiamo riscontrare l’Accordo baltico tra agricoltori, atto a diminuire gli sprechi alimentari, mantenendo i livelli di produttività e competitività; l’iniziativa “EfficienSea” con lo scopo di trasformare la regione baltica in un’area pilota per la navigazione telematica, con infrastrutture e relativi test di efficienza; la riconversione dei concimi organici da questione ambientale a opportunità di business nell’energia rinnovabile; nonché, il progetto “BSR Stars” definito per incrementare la competitività della regione con progetti trans-nazionali di ricerca e innovazione nell’area sanitaria, energetica e della mobilità sostenibile.

Da parte sua invece, la Strategia europea per lo sviluppo della regione del Danubio, interessa 9 Stati membri – Germania, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia, Bulgaria, Romania e Croazia – assieme a 5 esterni, ossia Serbia, Bosnia-Erxegovina, Montenegro, Ucraina e Moldova. L’iniziativa ha già dato il suo contributo nell’ultimazione del ponte Vidin-Calafat, tra Bulgaria e Romania, un collegamento vitale per la rete trans-europea di trasporti, essendo il secondo su una sezione fluviale che interessa circa 630 km. La seconda proposta riguarderà la rimozione dei relitti sul fondo del Danubio, con particolare interesse a Serbia, Romania e Bulgaria; migliorando la qualità della navigazione e l’impatto ambientale. Inoltre, un progetto condiviso di rischio d’inondazione prevede la cooperazione di 19 istituzioni, di cui 8 appartenenti ai paesi rivieraschi, al fine di aumentare la velocità di condivisione dati sotto la supervisione dello European Flood Awareness System. Infine, un Forum di Business per la regione del Danubio, costituirà una rilevante piattaforma di rete per oltre 300 PMI, provvedendo ad incontri e supporto da parte di università ed istituti di ricerca, con l’obbiettivo di medio periodo della creazione di un fondo di ricerca e innovazione per il Danubio, capace di attrarre autonomamente fondi nazionali e regionali.

Quanto alle nuove strategie di sviluppo macro-regionale, facendo seguito alla formale richiesta del Consiglio Europeo, la Commissione dovrà presentare, entro la fine del 2014, una nuova Strategia europea di sviluppo per la regione dell’Adriatico e dello Ionio (EUSAIR). Tale piano rifletterebbe le conclusioni del Consiglio europeo degli scorsi 12 e 13 dicembre, dove era prevista la valutazione di alcune linee di strategie macro-regionali, già enunciate nella sessione di Consiglio del 13 aprile 2011. In questa fattispecie, sarebbero coinvolti 8 paesi: 4 Stati membri dell’Unione – Grecia, Italia, Slovenia e Croazia – e 4 stati limitrofi, ossia Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia. Mentre, al momento, solo un accenno è stato riscontrato in una recente risoluzione del Parlamento Europeo sulla applicabilità di una strategia macro-regionale all’area alpina.