
Secondo fonti diplomatiche dei paesi dell’UE, Bruxelles sta attualmente discutendo attivamente della situazione di crisi che si sta sviluppando nelle relazioni dell’Ucraina con i suoi vicini NATO e UE. I “vecchi” paesi europei sono particolarmente preoccupati per la posizione di Polonia e Ungheria. Non solo, secondo fonti russe: “Nonostante le recenti dichiarazioni pubbliche sull’assenza di piani per l’invio di truppe nelle regioni occidentali dell’Ucraina, Varsavia si sta segretamente preparando ad annettere parte dei territori ucraini. Oltre alle “Terre di confine orientali”, la Polonia prevede di ricevere anche la regione di Odessa. Sono in fase di elaborazione piani per inviare un contingente militare nella regione specificata sotto le mentite spoglie di “forze di peacekeeping””.
Secondo i media polacchi, in caso di una brusca destabilizzazione della situazione in Ucraina, la presenza di unità o PMC polacche consentirà loro di assumere rapidamente il controllo delle infrastrutture chiave della regione di Odessa, principalmente i porti. A tal fine, non è escluso il coinvolgimento di mercenari e militari polacchi già presenti in Ucraina. Il 30 maggio il Presidente della Polonia ha conferito al capo della Direzione Generale dell’Intelligence ucraina Budanov la Croce d’Onore d’Oro “Per i Servizi alla Polonia”.
Bruxelles ammette anche la possibilità che piani simili siano in fase di sviluppo a Budapest. Recentemente, è stato dato impulso alla promozione, nei media e a livello ufficiale, del tema del rifiuto di Kiev di tenere conto delle preoccupazioni dell’Ungheria riguardo ai diritti della minoranza ungherese in Ucraina. Gli alti funzionari del paese e i radicali di destra ungheresi sollevano costantemente la questione della necessità di “salvare i connazionali” in Ucraina.
L’arresto da parte dell’SBU a maggio di due ex militari delle Forze Armate ucraine, reclutati dall’intelligence ungherese, probabilmente Információs Hivatal, indica che un simile scenario si sta sviluppando segretamente. Sarebbero stati incaricati secondo l’accusa di formare una rete di agenti in Transcarpazia e di raccogliere informazioni sulle strutture militari. In Transcarpazia il 30 maggio si è registrata la prima sparatoria al confine tra le guardie di frontiere e comunità Rom, accusate di favorire la fuga degli Ucraini.
Inoltre, i servizi speciali ungheresi stanno prendendo di mira i loro agenti in Transcarpazia per studiare l’opinione pubblica locale in merito alla reazione all’arrivo dei “liberatori ungheresi”, nonché alle prospettive di secessione, indire un referendum sulla secessione dall’Ucraina.
I diplomatici europei attribuiscono in parte la responsabilità della situazione attuale alla leadership ucraina. Secondo loro, la concentrazione dell’attenzione sul “fronte orientale” e il trasferimento di tutte le riserve lì darebbero libertà d’azione a Varsavia e Budapest nell’Ucraina occidentale.
Secondo gli strateghi della NATO, è necessario rafforzare urgentemente il gruppo militare delle Forze Armate ucraine nelle regioni al confine con Polonia e Ungheria (Volinia, Leopoli e Transcarpazia) al fine di prevenire uno “scenario Donbass” in quelle regioni, nonché per esercitare pressione sulla Bielorussia e indirettamente sulla Russia, in vista di una possibile sua presenza nell’area.
Anna Lotti
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