Ue. Dumping cinese nei pannelli solari?

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UE – Bruxelles. La Commissione europea ha avviato un’indagine il 28 febbraio sui produttori cinesi di pannelli solari accusati di dumping dei loro prodotti nell’Unione europea, aprendo così un nuovo fronte nella battaglia commerciale con la Cina.

La Commissione ha detto che ci sono prove sufficienti per dimostrare le pratiche di dumping da parte degli esportatori cinesi che possono arrecare pregiudizio all’industria comunitaria. Il settore dei pannelli solari nel mercato Ue ha un valore intorno ai 200 milioni di euro (262 milioni di dollari), secondo i dati della Commissione.

È una piccola frazione delle importazioni Ue di merci provenienti dalla Cina, pari a293 miliardi di euro nel 2011, ma la denuncia rappresenta una nuova sfida da parte dell’Unione europea agli esportatori cinesi e al governo di Pechino.

Nel 2012, la Commissione ha avviato la sua più grande indagine fino ad oggi, antidumping per un valore annuo di 21 miliardi di euro nello stesso settore.

Il ProSun Glass Group vetro, guidato dalla GMB tedesca, leader comunitario nel settore, ha presentato una denuncia a gennaio 2013 in risposta ad un aumento delle esportazioni cinesi verso l’Ue di quattro volte in quattro anni. La quota della Cina in questo mercato Ue è ora del 25-30 per cento.

La ProSun ha detto che i cinesi hanno una capacità produttiva di 400 milioni di metri quadrati, il doppio della domanda totale mondiale, tanto che hanno dovuto letteralmente rompere parte delprodotto.

La ProSun, inoltre, afferma che il governo cinese stia coprendo le perdite del settore, che è anche che beneficiano di credito a basso costo e di sovvenzioni.

L’inchiesta antidumping comunitaria potrà durare fino a 15 mesi. La Commissione può imporre dazi provvisori all’importazione entro i primi nove mesi. Gli Stati membri dell’Ue dovranno poi votare se impostare dazi definitivi, di solito della durata di cinque anni.