UCRAINA. “Ucciso giornalista d’opposizione russo”. Fake: è un’operazione dei servizi ucraini per salvarlo

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Un noto giornalista russo, assai critico verso il presidente Vladimir Putin, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco in Ucraina, dove era fuggito in esilio a seguito di minacce. Questa la notizia che ieri ha colpito tute le redazioni. Ma poi, si è rivelata tutta una montatura. Procediamo con ordine. 

Arkady Babchenko, 41 anni, è morto il 30 maggio raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco in casa, riportava Reuters; la polizia sospetta che l’omicidio sia legato alla professione di Babchenko.

Babchenko, ex soldato nella guerra cecena era diventato uno dei più noti corrispondenti di guerra russi, aveva lasciato la Russia, temendo per la sua vita dopo aver criticato la politica russa in Ucraina e in Siria. Era stato denunciato da politici filogovernativi in Russia per i commenti apparsi sui social media sul bombardamento russo di Aleppo nella guerra in Siria, e per la sua definizione della Russia come paese aggressore verso l’Ucraina. Le autorità ucraine hanno rilasciato un identikit dell’uomo che sospettano sia l’assassino di Babchenko, di circa 40-45 anni, con una barba grigia e un berretto.

L’Ucraina è già stata teatro dell’omicidio di giornalisti d’opposizione e quindi la notizia sembra assai credibile. Due anni fa, infatti, Pavel Sheremet, giornalista bielorusso noto per le sue critiche alla leadership del suo paese d’origine e per la sua amicizia con il leader dell’opposizione russo, Boris Nemtsov, è rimasto ucciso nell’esplosione di un’autobomba nel centro di Kiev.

Babchenko, raccontano le agenzie, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco da qualcuno che lo aspettava nel vano scale all’ingresso della sua casa. 

Il comitato investigativo della Russia ha detto di aver aperto un procedimento penale sulla morte di Babchenko. Il 27 febbraio dello scorso anno, aveva scritto su Facebook di aver lasciato la Russia.

Babchenko aveva denunciato l’invio di contractor russi in Siria e l’abbattimento del volo della della Malaysia Airlines MH-17 nel luglio 2014 in Ucraina orientale.

Nel suo ultimo post su Facebook prima di essere ucciso, Babchenko ha ricordato un incidente avvenuto quattro anni fa, quando avrebbe dovuto volare su un elicottero militare ucraino nella regione di Donbass, in Ucraina. L’elicottero era sovraccarico e non gli era stato permesso di imbarcarsi. Il mezzo è stato abbattuto e 14 persone a bordo sono rimaste uccise: «Sono stato fortunato, è un secondo compleanno». 

Tutto rigorosamente falso, per fortuna. Babchenko è vivo: ha tenuto una conferenza stampa con i vertici dello Sbu, i servizi ucraini, che hanno davvero sventato un piano per ucciderlo, attribuendolo alla Russia che smentisce.

Anna Lotti