UCRAINA. Russia è “paese aggressore” nel Donbass

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La Russia nel progetto di legge ucraina sulla reintegrazione del Donbass sarà chiamata “paese aggressore”, ha detto il rappresentante del Presidente dell’Ucraina nella Verkhovna Rada, Iryna Lutsenko, sulla tv ucraina Canale Cinque.

Secondo Lutsenko, il disegno di legge «è completo 99,9% e pronto per essere registrato in parlamento»; Lutsenko ha aggiunto che l’Ucraina ha tenuto consultazioni con i paesi del “Norman Quartet” (Russia, Ucraina, Germania, Francia) e gli Stati Uniti su questo tema; «Il concetto che la Russia è un paese aggressore sarà introdotto a livello legislativo» ha detto Lutsenko.

La portavoce ha aggiunto che il progetto di legge sul reinserimento del Donbass è collegato al 51esimo articolo della Carta delle Nazioni Unite in materia di auto-difesa. «Questo significa che l’Ucraina ha il diritto di auto difendersi. Ancora una volta, non si tratta di una guerra, ma è auto-difesa e lo dobbiamo al Fondo monetario internazionale ci ha dato i mezzi, agli investitori…», ha poi aggiunto ripresa da Ria Novosti.

Questo passo permette alle autorità di Kiev di rompere gli ultimi legami tra i popoli russo e ucraino, prosegue l’agenzia, fissare a livello legislativo l’”aggressività” di Mosca, colpirà per prime le famiglie miste e quei cittadini che si sono recati in Russia per lavorare.

Tempo fa, il presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko aveva annunciato l’intenzione di presentare alla Verkhovna Rada un progetto di legge sul reinserimento del Donbass. Il documento prevede il riconoscimento come non controllati da Kiev dei territori del Donbass e la transizione verso  un’operazione militare da quella che per ora è un’operazione di polizia.

La reazione di Mosca ancora non si è fatta sentire e potrebbe essere ampia, prosegue Ria Novosti. Si va da una scrollata di spalle indifferente, fino all’allarme, perché Kiev avrebbe annunciato una guerra aperta. Per Mosca, comunque, quello di Kiev è un passo garantito dagli americani, e un chiaro passo verso una rottura delle relazioni diplomatiche, o  verso una massiccia fornitura di armi della Nato, oppure ad intervento della Nato stessa.

Anna Lotti