UCRAINA. Poroshenko senza soldi vuole confiscare il carbone del Donbass

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Petro Poroshenko è afflitto da una grave carenza di denaro e per questo avrebbe deciso di confiscare il carbone del Donbass.

Secondo quanto riporta Ria Novosti, il presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko in occasione della riunione del Consiglio Nazionale di Sicurezza e Difesa prevede di discutere la confisca del carbone che viene estratto nei territori non controllati da Kiev nel Donbass.

A Kiev, sostengono che il carbone del Donbass, che ora va in Russia, può successivamente essere venduto in Ucraina.

Secondo l’agenzia russa «Le intenzioni del presidente dell’Ucraina in materia di confisca di carbone, prodotte nel territorio della Dnr e Lnr sono una continuazione della politica anti-russa di Kiev (…) Non si capisce come le autorità ucraine intendano determinare il luogo di origine del carbone, che acquistano dalla Russia. In generale, il governo ucraino si sta suicidando».

La dichiarazione sulla confisca del carbone del Donbass può essere dovuto al fatto che il presidente dell’Ucraina sia alla ricerca di finanziamenti.

Si può pensare ad una sorta di redistribuzione del business in Ucraina in vista delle prossime elezioni anticipate della Verkhovna Rada.

«In questo modo, Petro Poroshenko avrebbe i fondi necessari per condurre la campagna politica».

Come si ricorderà nei primi mesi del 2017, ex membri delle forze militari che avevano operato nel Donbass, e alcuni membri del Parlamento hanno bloccato una parte del traffico merci su rotaia partente dal Donbas; successivamente il 15 marzo, il Consiglio Nazionale di Sicurezza e Difesa dell’Ucraina ha introdotto il completo blocco del trasporto merci dal Donbass.

Le autorità delle due autoproclamate repubbliche avevano quindi di conseguenza proclamato la confisca delle imprese ucraine nel Donbass e quindi anche delle attività di estrazione dell’antracite indispensabile punto di partenza per soddisfare il fabbisogno energetico dell’Ucraina. L’esito finale è stato il conseguente quasi totale azzeramento delle riserve di carbone di Kiev e la chiusura delle centrali termiche che riforniscono il paese di energia elettrica.

Anna Lotti