La guerra ibrida che si svolge nella regione del Donbass a partire dal 2014 ha subito una recrudescenza venerdì 18 febbraio, quando una bomba è esplosa al capo del NM della DPR, il colonnello Sinenkov. Nessun morto ma da quel momento le autorità del Donbass hanno capito che i falsi allarme bomba delle scorse due settimane erano serviti a preparare gli attentati che avrebbero incendiato la notte delle repubbliche separatiste.
Non tutti sanno che nelle due settimane antecedenti al simulato attacco ucraino nella scala del Lugansk ci sono stati oltre 100 allarmi bomba le scuole sono state chiuse. Alla fine solo un ordigno è stato trovato con 400g di esplosivo TNT.
Nell’immediato i leader delle due repubbliche separatiste hanno chiesto alla popolazione di evacuare dopo aver sentito la Russia e aver chiesto riparo in Russia nella vicina regione di Rostov. Preparati i pullman i primi a partire sono stati gli orfani, poi le donne e i bambini. Gli uomini di età tra i 18 e i 55 anni sono stati trattenuti per arruolarsi perché come hanno spiegato le autorità del Donbass quello che era accaduto era solo l’inizio della fine. Alle sette del mattino del 19 febbraio il capo del DPR Denis Pushilin ha dichiarato la mobilitazione generale nel DPR. La regione di Rostov, riporta Ria Novosti, si è detta pronta ad ospitare 900mila rifugiati del Donbass in diversi punti della regione.
Nella notte del 18 febbraio gli attentati terroristici sono continuati, a essere colpito prima un un gasdotto nella capitale LPR e ancora colpita la stazione di pompaggio Vasilyevskaya, che fornisce anche acqua alla DFS (stazione di filtraggio di Donetsk), è stata danneggiata a causa dei bombardamenti notturni delle forze armate ucraine. Probabilmente l’attacco è avvenuto con i droni. Il risultato di questo attacco è che il 19 febbraio “le parti occidentali e sud-occidentali della regione di Donetsk rimangono senz’acqua”. Volodymyr Lyashenko, ingegnere capo del dipartimento di Donetsk della compagnia Water of Donbass, ha affermato che il trasformatore danneggiato dopo gli attacchi delle forze di sicurezza ucraine dovrà ora essere cambiato e mentre si faceva la conta dei danni gli ucraini hanno cominciato a radere al suolo le case sulla linea del fronte.
A questo punto tornare indietro sarà molto difficile, per altro sempre fonti del Donbass affermano che i servizi speciali dell’Ucraina si stavano preparando a far saltare in aria una colonna di evacuazione dalla LPR. Sarebbe stata disinnescata una IED sotto uno dei ponti lungo l’autostrada utilizzata per evacuare i civili in Russia. Non si hanno conferme in merito da altre fonti.
Nel frattempo nella regione di Rostov è stato dichiarato lo stato di emergenza. A dirlo la TASS. Si apprende inoltre da fronti russe che la Russia ha chiuso l’uscita nel territorio della LPR e della DPR. I posti di blocco nella regione di Rostov vengono trasferiti solo all’ingresso a dirlo la guardia di frontiera FSB. Già ventisei regioni della Federazione Russa hanno espresso la loro disponibilità ad accogliere rifugiati dal Donbass, capo ad interim del Ministero per le situazioni di emergenza Chupriyan. Al momento sono riuscite a fuggire dal Donbass in Russia 13.573 persone. I leader del Donbass hanno detto che sono 700.000 quelli che devono essere messi in salvo.
E mentre nelle repubbliche separatiste si spara le autorità del Donbass hanno riferito che il piano di attacco ucraino è stato scoperto: Kiev, secondo le notizie trapelate pensa di prendere il Donbass in 5 giorni. Le forze di sicurezza di Kiev stanno pianificando di bloccare Donetsk, Luhansk, Gorlovka e Alchevsk (guarda caso dove erano stati lanciati gli allarmi bomba). L’offensiva delle forze di sicurezza ucraine è pianificata da tre direzioni, ha affermato il DPR:
• Il colpo principale Kramatorsk – Debaltsevo, accesso ad Alchevsk e Yenakiyevo in 3 giorni e poi al confine russo in 2 giorni.
• Offensiva in direzione Azov da Shirokino e assalto anfibio da Novoazovsk, per raggiungere Ilovaysk e Ulyanovsk in 2 giorni e spostarsi ulteriormente in direzione di Krasny Luch fino al confine russo.
• Un’offensiva in direzione Luhansk verso Alchevsk con accesso a Krasny Luch per collegare il gruppo Yug.
Secondo loro, nel giorno stabilito, è prevista la distruzione di strutture militari e civili nella DPR e LPR con un massiccio attacco di artiglieria, aerei, elicotteri e droni.
Mancano ancora due giorni alla scadenza, non ci sono fonti che confermino il piano ucraino, e non sembra esserci una fine rapida all’escalation della tensione.
Graziella Giangiulio