Mentre il presidente ucraino ha chiamato combattenti da tutto il mondo per unirsi alla versione ucraina delle storiche Brigate Internazionali viste nella Guerra di Spagna, il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov ha annunciato che questi “mercenari” non avrebbero diritto allo status di prigionieri di guerra se catturati: «Desidero fare una dichiarazione ufficiale che nessuno dei mercenari che l’Occidente sta inviando in Ucraina per combattere per il regime nazionalista di Kiev può essere considerato come combattente secondo il diritto internazionale umanitario o godere dello status di prigioniero di guerra (…) Nel migliore dei casi, possono aspettarsi di essere perseguiti come criminali. Stiamo esortando tutti i cittadini stranieri che possono avere piani per andare a combattere per il regime nazionalista di Kiev a pensare una dozzina di volte prima di mettersi in cammino», ha sottolineato Konashenkov.
Konashenkov ha aggiunto che tutti gli atti di sabotaggio di questi gruppi sono stati effettuati con armi fornite dall’Occidente: «Nei video che vengono diffusi dai servizi segreti ucraini a scopo propagandistico come filmati presumibilmente ripresi da civili locali, preferiscono non mettersi davanti alle telecamere», ha proseguito, riporta MercoPress. Stando a Studiperlapace, il principale strumento di definizione internazionale di “mercenario” rimane l’art. 47 del I Protocollo aggiuntivo delle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1977. Il mercenario, al quale non si applica lo statuto di combattente, è dunque un belligerante cosiddetto non privilegiato, in quanto, in caso di cattura, è alla mercè del nemico, e non ha diritto al trattamento di prigioniere di guerra. Normalmente l’azione dei mercenari, nel diritto internazionale, non determina di per sé la responsabilità internazionale dello Stato a cui favore l’azione viene compiuta , salvo restando la nozione di cosiddetto aggressione indiretta delle Nazioni Unite. Le truppe mercenarie non devono di converso nemmeno attenersi alle regole dello ius in bello, e cioè alle regole convenzionali rese a rendere meno afflittive le operazioni belliche nei confronti, ad esempio, dei civili, o dei prigionieri.
Il ministro degli Esteri britannico Liz Truss ha espresso il suo sostegno ai cittadini del suo paese che si uniscono alla “legione straniera” dell’Ucraina: «Sono favorevole a questo. Il popolo ucraino sta combattendo per la libertà e la democrazia non solo per l’Ucraina – per tutta l’Europa. Se la gente vuole sostenere questa lotta, io la sostengo», ha detto Truss.
Boris Johson ha poi detto: «Penso che dobbiamo affrontare l’orribile realtà che la diplomazia con Putin è stata una farsa (…) Il Regno Unito farà di tutto per sostenere i nostri amici in Ucraina».
Il presidente Volodymyr Zelensky aveva chiesto agli stranieri di dirigersi verso le ambasciate ucraine in tutto il mondo per arruolarsi in una “brigata internazionale” di volontari per aiutare a combattere le forze russe invasori: «Tutti gli stranieri che desiderano unirsi alla resistenza contro gli occupanti russi e proteggere la sicurezza globale sono invitati dalla leadership ucraina a venire nel nostro stato e unirsi ai ranghi delle forze di difesa territoriale (…) Si sta formando un’unità separata di stranieri – la Brigata internazionale della difesa territoriale dell’Ucraina. Questa sarà una testimonianza fondamentale del vostro sostegno al nostro paese», riporta Bangkok Post.
Zelensky ha insistito sul fatto che gli ucraini sono abbastanza coraggiosi da affrontare la Russia da soli, ma ha detto: «Questa non è solo un’invasione russa dell’Ucraina, è l’inizio di una guerra contro l’Europa». Ha detto che chiunque sia interessato ad unirsi dovrebbe mettersi in contatto con l’addetto militare dell’ambasciata ucraina più vicina.
Questa dichiarazione aveva seguito quella precedente in cui Zelensky aveva invitato gli stranieri con esperienza di combattimento a venire ad aiutare a difendere il suo paese.
Antonio Albanese