L’annuncio del 18 luglio sulla nascita di Malorossya e sulla scomparsa dell’Ucraina sembra essere l’ultimo tentativo dei separatisti per reclamare una legittimità e screditare il governo dell’Ucraina.
Il progetto però ha trovato il silenzio del Cremlino e non è riuscito ad avere il sostegno dei separatisti di Luhansk, riporta Sputnik.
Come si ricorderà, Aleksandr Zakharchenko, leader dei separatisti di Donetsk, ha letto una dichiarazione sulla creazione di Malorossya, che dovrebbe prendere il posto dell’Ucraina, che «si è rivelata uno stato fallito (…) Dobbiamo costruire un nuovo paese in cui i concetti di coscienza e di onore non vengano dimenticati», ha dichiarato Zakharchenko, ripreso dall’agenzia di stampa separatista Dan
Un altro leader separatista di Donetsk, Aleksandr Timofeyev, ha letto un “Atto Costituzionale” per illustrare direttamente cosa si andava proponendo. Malorossya, che significa Piccola Russia, era un nome usato nella Russia dell’era zarista per diverse regioni dell’Ucraina odierna.
Malorossiya sarà, per i separatisti di Donetsk, un giovane stato indipendente, creato in un periodo di transizione di 3 anni, a causa di «difficoltà economiche, possibile caos e una possibile guerra di tutti contro tutti», ha detto Zakarchenko, e durante questi tre anni sarà ripristinato l’ordine e la costituzione sarà adottata; si tratterà di una federazione sovrana di stati con un’ampia autonomia, con capitale Donetsk. Le autorità centrali del paese saranno incaricate del bilancio federale, dell’esercito e dei servizi di sicurezza. La costituzione di Malorossiya sarà redatta, approvata nella sua iniziale forma da parte dell’assemblea costituzionale e poi presentata per il referendum nazionale, che seguirà un ampia discussione pubblica sia a livello regionale che federale. Il nuovo paese cercherà di aderire all’unione doganale di Russia e Bielorussia pur mantenendo la propria sovranità.
Malorossiya sarà uno stato multinazionale con il russo e il Malorossiyan come sue lingue ufficiali e le lingue regionali manterranno i loro diritti e usi. In Malorossiya, le religioni avranno uguali diritti. Lo Stato intende riprendere le attività all’interno della Csi e avviare colloqui trilaterali con la Russia e l’Unione europea.
Non è la prima volta che riemergono terminologie politiche presovietiche nella gestione della crisi in Ucraina. Un altro termine zarista per parti dell’Ucraina era Novorossya – Nuova Russia, talvolta usato dai separatisti e dai funzionari russi, compreso il presidente russo Vladimir Putin. L’uso di questo termine creò molte preoccupazioni internazionali e Novorossya è scomparso dopo alcuni mesi, dal vocabolario geopolitico dell’area. Ora è la volta della Piccola Russia. Poroshenko ha detto che l’iniziativa fa parte del tentativo russo per fare l’Ucraina a pezzi e ha dichiarato che non sarebbe riuscito: «Fin dall’inizio della aggressione militare contro la mia nazione, l’obiettivo della Federazione russa è stato quello di dividere l’Ucraina», ha detto Poroshenko a Tbilisi. Mosca, però, ha subito messo in chiaro che si attiene agli accordi di Minsk e che non è dietro al progetto della Piccola Russia. Anche l’altra repubblica separatista, Luhansk, ha fatto sapere che la leadership di Luhansk non era nemmeno stata invitata a discutere della nuova iniziativa e che sostiene il processo di pace di Minsk.
Graziella Giangiulio