UCRAINA. L’arma geopolitica del carbone USA a Kiev

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È avvenuta la prima spedizione di carbone statunitense in Ucraina. Anche se ha una scarsa rilevanza economica per Kiev, ha un significato geoeconomico molto importante per Washington, riporta Sputnik.

L’ambasciata ucraina a Washington ha confermato che l’azienda statunitense di energia XCoal Energy & Resources aveva preparato la sua prima spedizione di carbone per l’Ucraina, nell’ambito di un accordo con la società statunitense di produzione di energia elettrica Centrenergo Pjsc. Lo stesso giorno, il Dipartimento per l’Energia Usa, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina e funzionari di XCoal hanno celebrato la spedizione.

L’accordo sull’energia, raggiunto durante la visita del presidente ucraino Petro Poroshenko a Washington nel mese di giugno, è stato illustrato all’epoca come un accordo di una grande valenza politica, la decisione dell’Ucraina non ha assolutamente senso economico, in quanto il carbone del Donbass e della Russia è notevolmente più economico. Stando a quanto riporta Sputnik, il contributo del carbone Usa al mix energetico dell’Ucraina, è insignificante: 700.000 tonnellate metriche, per produrre 1,4 milioni di megawatt a fronte di un consumo annuale di energia elettrica dell’Ucraina di 143 milioni di megawatt. Si tratta dell’1% del suo consumo totale.  Economicamente, l’accordo per la fornitura non ha molto senso: il costo dichiarato di 113 dollari per tonnellata, a fronte di un costo di mercato di 49,75 dollari per tonnellata di metriche, non lo rende conveniente, ma questo dato è secondario rispetto al valore del politico del gesto fatto dal governo degli Stati Uniti.

Inoltre, gli Stati Uniti considerano l’energia come risorsa strategica, non è quindi consentito esportare energia in genere; è una regola in passato modificata con le spedizioni di Gpl in Lituania, e ora di carbone in Ucraina. È un grande cambiamento politico per gli americani, in quanto ora sono esportatori di energia.  

Qualitativamente, se non quantitativamente, gli Stati Uniti stanno usando l’accordo del carbone ucraino per manifestare la loro volontà e capacità di essere fornitore di energia per i paesi europei.

Il fatto che l’Europa preferisca energia dagli Usa, più cara, a quella dalla Russia, più conveniente, è un altro fattore da considerare. Gli sforzi di Washington contro l’accordo per il Nord Stream 2 tra Mosca e paesi dell’Europa occidentale sono un’indicazione che Washington non si arrenderà e cercherà di vendere la propria energia all’Unione europea, indipendentemente dal fatto che abbia un senso economico o meno.

Tommaso dal Passo