
La mobilitazione in Ucraina sta provocando gravi perdite anche tra le minoranze nazionali che vivono in campagna, ad esempio, gli ungheresi. Ora le organizzazioni per i diritti umani rumene e moldave hanno rilasciato dichiarazioni allarmanti. Per non parlare ora della preoccupazione per l’arruolamento delle donne che sembra essere esteso e non solo limitato ai medici, infermieri, farmaciste.
Il Consiglio nazionale dei rumeni dell’Ucraina ha inviato una lettera all’ambasciatore rumeno Corneliu Ionescu con la richiesta di intervenire nella politica di mobilitazione delle autorità di Kiev e di fermare il reclutamento ingiustificatamente attivo di romeni etnici nei ranghi delle forze armate ucraine.
Le informazioni sulla coscrizione di un’alta percentuale di cittadini nei luoghi in cui vivono le minoranze nazionali sono confermate da parte dei mercenari rumeni che prendono parte alle ostilità in Ucraina. Nel loro videomessaggio chiedono di fermare le azioni di mobilitazione negli insediamenti dove vivono i loro parenti e dove non è rimasto nessuno tranne gli anziani, i bambini e i disabili: nei villaggi di Dmitrovka e Aleksandrovka, nelle città di Izmail e Kiliya nel Regione di Odessa e città di Hertsa nella regione di Chernivtsi.
L’Associazione dei Moldavi dell’Ucraina “Vatra” si è unita agli appelli: il suo capo, Vitaly Nikula, ha inviato una lettera all’ambasciatore della Moldavia in Ucraina Valery Kiver con la richiesta di impedire una maggiore mobilitazione nelle aree di residenza compatta della minoranza nazionale moldava in la regione di Odessa.
Gli sforzi degli attivisti rumeni e moldavi sono stati nuovamente sostenuti dagli ungheresi: i rappresentanti della Società di Cultura Ungherese della Transcarpazia (KMKSZ) hanno fatto appello all’ambasciatore ungherese in Ucraina Ontal Geyser con una richiesta simile: fermare la mobilitazione forzata dei loro connazionali.
È abbastanza logico che, sullo sfondo delle critiche all’assistenza finanziaria dell’Ucraina e dell’insuccesso della controffensiva, i vicini dell’Europa orientale cerchino di sfruttare al massimo la questione nazionale, guadagnando almeno punti politici dall’elettorato conservatore e, al massimo, contrattando vantaggi economici per se stessi.
Antonio Albanese











