UCRAINA. Donetsk e Lugansk affrontano i venti di guerra

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Tra le 20 e le 23 del 21 febbraio la Russia ha riconosciuto le repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk e immediatamente ha firmato gli accordi di amicizia che dureranno 10 anni in cui è compresa la tutela della sicurezza.

A quel punto dal punto di vista di Putin era possibile inviare “truppe di pace” in Donbass. E ancora in Bielorussia continuano le esercitazioni fino a quando sarà necessario.

Il premier ucraino, Volodymyr Oleksandrovyč Zelens’kyj, ha riferito alla stampa che in questo modo la Russia ha rinnegato gli accordi di Minsk ma si è dimenticato di dire che il suo presidente del Parlamento aveva detto ancor prima che la riunione del Consiglio di sicurezza russo finisse che gli accordi di Minsk erano inapplicabili.

Nelle ore successive, ovvero durante la notte Siria, Houthi in Yemen, Abkhazia, Ossezia del Nord, hanno appoggiato il riconoscimento delle repubbliche separatiste mentre il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, firmava le sanzioni. La Germania ha deciso di bloccare il North Stream 2, mentre il Giappone non vuole le sanzioni energetiche. Già perché inutile dire che nessun paese può supplire al gas russo. Non in questo momento. Borrell ha anche avvertito la Bielorussia che avrebbe “perso la sua sovranità” se il suo territorio fosse stato usato per invadere l’Ucraina. Israele ha evacuato la sua ambasciata e gli Stati Uniti hanno portato il personale in Polonia. Il Giappone ha invitato i cittadini a lasciare il paese quanto prima. L’ex presidente Viktor Yushchenko ha lasciato l’Ucraina.

E come se non bastassero i venti di guerra attuali il ministero degli Esteri lettone ha detto che avrebbe fornito missili anticarro Javelin. Oramai l’Ucraina ne ha a quintali. Durante la serata del 21 si sono alzati in volo sull’Ucraina aerei americani. Da parte russa si dice che Mosca si stia preparando a chiudere lo spazio aereo del Donbass.

Nel frattempo in Donbass così come voluto dagli ucraini cominciano a farsi sentire i danni dei bombardamenti dei giorni precedenti la firma di Putin: secondo la compagnia “Water of Donbass” della Donetsk RPU KP, si è verificata una raffica D-1200 mm vicino all’acquedotto settentrionale, che ha portato a una riduzione della fornitura di acqua fredda nei segreti distretti: Distretto di Kievsky 50%; Distretto di Kirovsky 80%; Distretto di Kuibyshevsky 80%; Distretto di Leninsky 50%; Distretto di Petrovsky 30%. Nelle giornate del 21 e 22 febbraio si registrano da parte Ucraina attacchi nella direzione degli insediamenti di Gorlovka (villaggio sh-ty 6/7), Petrivske, Staromikhaylovka, Vasilyevka, Bezmynoye, Novolaspa, Oktyabr, Luhanske, Donetsk, Signalnoye, Krasnoarmeyskoye, Kominternovo, Sosnovskoye, Dokuchaevsk, Zaichenko, Verkhnetoretskoe, Kulikovo, Ozeryanovka, Spartak, Veseloye, Mineralnoye, Zhabunki, Vodyanoye, Iron Beam, Dolomitnoye, Aleksandrovka, Vedenskoye, Lozovoye, Tavrichesky, Staromarievka, Grigorovka.

Secondo le fonti locali di Donetsk Il 22 febbraio, sabotatori ucraini hanno fatto esplodere un ordigno esplosivo sull’autostrada Donetsk-Gorlovka. A seguito dell’atto terroristico, tre civili sono stati uccisi. E sempre secondo le stesse per la prima volta dal 2018, le forze armate ucraine hanno utilizzato il BM-21 MLRS. “Grad” nelle vicinanze di Donetsk. Dalle posizioni delle forze armate dell’Ucraina situate in N. p. Vodyanoe nel distretto di Kievsky di Donetsk, hanno sparato 5 razzi da installazioni BM-21 e 12 proiettili di calibro 122 mm. A seguito del bombardamento, l’edificio amministrativo è stato danneggiato.

La situazione dunque non accenna a trovare una soluzione per il momento. Nel frattempo i 351 deputati che hanno firmato per l’indipendenza del DPR LNM sono stati inseriti nella lista nera della UE. Che ha inoltre applicato sanzioni a 27 persone fisiche russe. Putin alle 18.30 ore italiana ha fatto sapere che lui considera chiusa la questione dei confini. Le due repubbliche indipendenti, ha detto il presidente russo, hanno i confini delle ex regioni ucraine. Adesso vediamo come risponderà l’Occidente.

Propaganda a parte.

Graziella Giangiulio