Cyberwar d’Ucraina

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ITALIA – Roma 28/05/2014. In Crimea e in Ucraina non si sta combattendo solo un conflitto tra due stati-nazione; è in atto una spietata open source cyberwarfare.

Nonostante la preparazione infinita di unità per la guerra cibernetica, è ormai obsoleta anche l’idea di una simile guerra dichiarata tra stati-nazione, riporta il polemologo John Robb in un interessante analisi uscita sulla rivista Betabeat. «Sì, è vero che ognuno sta spendendo un sacco di soldi nella costruzione di assetti per la guerra cibernetica, per la formazione di legioni di hacker, per scovare le vulnerabilità fino ad ora sconosciute nei software, e in generale nel “weaponizing internet”. Detto questo, però, ciò significa che in realtà è improbabile che questi paesi utilizzino simili forze l’uno contro l’altro». La causa primaria è l’eccessiva burocratizzazione dei sistemi: «Queste forze sono un incubo burocratico. Dottrine e strutture organizzative sono così complesse, da renderle quasi impossibili da utilizzare. Per comprendere la loro elefantiasi basta dare uno sguardo al manuale cyber warfare» statunitense. a questa si aggiunge la paura di innescare un conflitto nucleare, una nuova M.A.D.
«Allora chi sta combattendo questa guerra cibernetica?», si chiede Robb.
«È una guerra combattuta da persone che si mettono insieme liberamente. Non sono membri di un’organizzazione coesa, o di una burocrazia rigorosa, ma semplicemente sono i partecipanti di quello che abbiamo imparato a conoscere come Anonymous. Quest'”organizzazione” è nota per le sue azioni di hacking a sostegno dei movimenti contro la guerra e contro le organizzazioni» ritenute colpevole di qualcosa «ma Anonymous riflette il meglio delle odierne organizzazioni, prive di leader, information-driven, con una gerarchia piatta».
Sono persone motivate che si uniscono alla lotta, perché ce l’hanno con la Russia o con l’Ucraina; sono alla ricerca di profitto o semplicemente godere della sfida di hackerare sistemi complessi e sicuri.
Questi guerrieri cibernetici non si stanno danneggiando a vicenda (…) Alcuni di questi gruppi si sono organizzati attorno “strutture ombrello” (…) come OpRussia e Cyber ​​Command (…) CyberBerkut e Anonymous Ucraina».
Ma non c’è bisogno di essere un membro di una di queste organizzazioni per combattere questa guerra» avverte Robb. Questo conflitto viene combattuto in modalità open source: «Chiunque, tutti, non importa la posizione geografica o la nazionalità, può unirsi alla lotta, modificare la strategia, adottare nuove tattiche, ed eseguire piani di battaglia elettronici.
Se sei un hacker, è possibile sostenere lo sforzo attraverso la condivisione di armi informatiche (bot , worm) che hai costruito o con qualsiasi informazione su obiettivi sensibili (…) Unire lo sforzo di sviluppo per ogni fazione è semplice: basta partecipare alle discussioni di ogni gruppo, su diverse bacheche (…) È un nuovo tipo di guerra. È il tipo di guerra che vedremo in futuro. Governi coinvolti, istigatori del conflitto saranno solo vittime e spettatori, ma gli attori primari saranno bande slegate di individui tecnologicamente abili».