Informazione libera bandita da Poroshenko

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STATI UNITI D’AMERICA – New York 18/09/2015. Il Committee to Protect Journalists (Cpj) ha condannato il decreto firmato il 16 settembre dal presidente ucraino Petro Poroshenko che bandisce dal paese per un anno e irroga sanzioni contro 388 persone, tra cui ci sono 41 giornalisti e blogger.

Nel documento i giornalisti vengono definiti «attuale o potenziale minaccia agli interessi e alla sicurezze nazionale, alla sua sovranità e integrati nazionale».

«Mentre al governo può non piacere o può non essere d’accordo con la copertura mediatica, etichettare i giornalisti come una potenziale minaccia per la sicurezza nazionale non è una risposta adeguata. In realtà, questo ampio decreto compromette gli interessi dell’Ucraina bloccando notizie e informazioni vitali che informa il pubblico sulla crisi politica del paese» ha commentato Nina Ognianova, coordinatore Cpj per europa e Asia centrale, il 16 settembre.

Secondo Cpj, i 34 giornalisti e blogger banditi provengono da 16 diversi paesi: Bulgaria, Estonia, Germania, Ungheria, Israele, Kazakhstan, Lettonia, Macedonia, Moldavia, Polonia, Russia, Serbia, Slovacchia, Spagna, Svizzera, e Regno Unito.

Nell’elenco rientra anche il giornalista Antonio Pampliega, scomparso in Siria il 13 luglio, assieme ad altri due giornalisti spagnoli, Jose Manuel Lopez e Angel Sastre, fa notare l’agenzia Sputnik; tre giornalisti della Bbc tra cui il corrispondente da Mosca Steve Rosenberg.

Le misure restrittive sono in mezzo a un conflitto nel sud-est dell’Ucraina, dove repubbliche di Donetsk e Luhansk (DPR e LPR) del popolo sedicenti sono state cercando di ottenere più autonomia da Kiev.
Durante la speciale operazione militare che Kiev ha lanciato contro DPR e LPR lo scorso anno, la libertà dei media è stato ripetutamente violato. Secondo l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), un certo numero di giornalisti internazionali che operano in Ucraina sono stati rapiti, torturati e uccisi dall’inizio del conflitto.