TURCHIA. Trecentomila profughi rientrati in Siria grazie ad Ankara

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Quasi 300.000 siriani sono tornati nel loro paese dopo le due operazioni transfrontaliere della Turchia nel nord della Siria. Lo ha detto il ministro degli Interni turco, Suleyman Soylu, il 22 dicembre, ripreso da Reuters.

La Turchia ha effettuato due operazioni militari, chiamate Scudo dell’Eufrate e Ramoscello d’Ulivo, contro la milizia curda dello Ypg e lo Stato islamico nella Siria settentrionale. Ankara considera lo Ypg sostenuto dagli Stati Uniti come un’organizzazione terroristica. La Turchia ospita più di 3,5 milioni di rifugiati siriani che sono fuggiti dal conflitto. Alcuni turchi li considerano un onere economico e una minaccia.

«Il numero di siriani che sono tornati nel loro paese dopo le operazioni dell’Eufrate Shield and Olive Branch è di 291.790», ha detto Soylu ripreso da Anadolu. L’esercito turco si è spinto nella Siria nordoccidentale con le due offensive, ritagliandosi una zona cuscinetto de facto. La prima operazione, Scudo dell’Eufrate, nel 2016, ha spinto lo Stato islamico dal territorio lungo il confine; la seconda, Ramoscello d’Ulivo, ha strappato la vicina regione di Afrin dalle mani delle forze curdo-siriane nella primavera del 2018.

Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha annunciato il 21 dicembre che la Turchia rinvierà una terza operazione militare programmata contro i combattenti curdi siriani nel nord-est della Siria, mentre “cautamente” ha accolto con favore la decisione di Washington di ritirare le sue truppe nella zona.

Soylu ha anche detto che più di 250.000 immigrati clandestini sono stati arrestati in Turchia nel 2018, senza specificare però la loro nazionalità, aggiungendo che questa cifra ha mostrato un incremento di oltre il 50 per cento rispetto all’anno precedente.  Ha detto che l’intensificazione degli sforzi della polizia e delle forze di sicurezza turche e della guardia costiera per contenere l’immigrazione illegale ha frenato il flusso di migranti verso i paesi dell’Europa occidentale.

La Turchia è diventata uno dei principali punti di lancio per più di un milione di migranti provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa che nel 2015 hanno preso la rotta marittima verso il territorio dell’Unione Europea. L’afflusso di migranti è stato drasticamente ridotto da un accordo del 2016 tra Ankara e l’Ue per chiudere la rotta dopo che centinaia di persone sono morte attraversando le isole greche.

Luigi Medici