TURCHIA. Rivendicato l’omicidio dell’ambasciatore russo

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IRAQ – Erbil 20/12/2016. L’agenzia curda Rudaw ha pubblicato il comunicato di rivendicazione del gruppo cui sarebbe appartenuto Mert Altintas, l’agente di polizia che ha assassinato l’ambasciatore russo ad Ankara, Andrei Karlov. Il gruppo si autodefinisce il “Movimento popolare siriano”. Il movimento, nel suo comunicato ripreso da Rudaw, ha detto: «Annunciamo la nostra responsabilità per aver preso di mira l’ambasciatore russo in Turchia e ci congratuliamo per il successo dell’operazione effettuata da uno dei nostri uomini». La dichiarazione poi riporta che si tratta del primo atto di una sorta di caccia ai russi e agli iraniani nel mondo e della vendetta nei confronti del regime di Assad. Ci sono comunque altre voci nella rete che attribuiscono la paternità dell’omicidio alla Fratellanza musulmana. Non sembra essere stata opera di Daesh per la modalità operativa dell’attentato: un attentatore suicida Daesh avrebbe ucciso i presenti e non si sarebbe messo a fare i proclami che sarebbero poi stato diffusi in rete, come già accaduto negli eventi di Parigi. Inoltre altri dettagli concorrono a far dubitare della paternità del Califfato, ad esempio, l’assassino, pur essendo mancino, compie un errore nel gesto che indica l’unicità di Dio, alzando in aria il dito indice della mano sinistra e non della destra, come avrebbe dovuto; un “errore teologico” che un soldato del Califfato non avrebbe commesso.